Cercavi terra nata di recente, con le braccia affondate nel lino tra i verbi all’infinito, più di tutto, volevi partorire con la stessa mano aperta di un bambino
le sue gambe quando spingono nell’aria lo scatto del respiro in cerca dell’uscita fra le cose.
È un’erba sottile, non ama le altezze. Così raro distinguerla al balcone dove allietano l’ombra gli uccelli di una veste che immagino leggera;
la sua prima voce di aprile si confonde al tremolio del gelsomino, come un nido che va alle sue nozze, nell’adagio e tutta la grazia del chiaro che dona ai miei occhi.
Obbedisco – Il fiume copre il suono della voce di una coppia che prega radunata intorno al pane sbriciolato per i pesci sul mantello verdechiaro di una pozza.
L’ingenuo movimento delle labbra della donna inginocchiata mi commuove quando un largo d’aria l’accarezza sollevando il velo dal suo capo.
Una rosa sulla fronte prende vita – all’improvviso di bellezza, abbasso gli occhi: una piccola conchiglia si è confusa col fiume di portata e la sua luce, mutata in linea_alba, copre il ventre.
Dobbiamo essere meravigliosi traslucidi fino a divenire nebbiolina argentata in mezzo alla luce dell’occhio oltre la tela, trasparenti, uccelli nell’uccello con le antenate di ogni passo, nostre orecchie, che si librano nel ventre di una madre visitata dal sole nella bocca
che nell’ora più preziosa dell’incontro col midollo del suo utero splendente ripete chi non perde la sua vita non fa salvo quel respiro che si versa sulla soglia sempre umida del cuore.
Dove è imprevedibile l’incontro e solido il silenzio dove prego come un morto appena nato noi ti aspetta per dire centomillevolte insieme
Fra le stesse consonanti le vocali luce dopo luce sono nuove se ogni coppia è la rivelazione che ripetere è il trapianto dell’amore dove posare il capo ed una yurta con la ferita al centro del mistero;
il sonnoazzurro che ci accarezza il viso che ripara il nostro pozzo benedetto.
(. . . ) Con le braccia lievi, le mani appena inclinate, sfioravo l’alburno celeste fra la terra del boscovecchio.
Il bambino si è ritirato dentro il mantello di rose la radice della madonnina per la semina della sua luce.
( Ho pregato tanto ai suoi piedi pulendo il suo volto dal fango, il bambino dai sassi appuntiti; strofinavo la veste, i suoi fiori, pregavo finché luccicava mandando il mio viso alla gioia. )
Oggi il vuoto meraviglioso della sua piccola tomba magenta una lunga preghiera in una lacrima sola.
Un’unica grande preghiera continua, con il piccolissimo cuore dell’uomo, a impastare parole di guarigione con la sola offerta delle sue labbra si abbassa a servire chi è inginocchiato.
Non resta il passaggio al centro del pane, rimane la voce del vuoto del Sabato. Viene piano, dal basso, la saliva celeste- non è fulminea la liberazione- se Lazzaro esce ancora legato, se potrà camminare disciolte le bende.
“Risorgere allora è un lungo affidarsi?”
È una donna che mette tutta l’offerta nel tempio, due spiccioli, quello che ha. Ricorda, si disse, lo spreco fu grande dove nessuno pensava alla morte, mentre fluiva l’unguento prezioso delle giovane sposa sul corpo amato. Porteremo sul petto all’infinito i segni, al costato, alle mani, sui piedi; la morte è nulla verso il profumo, il suo largo d’aria meraviglioso –
se quella che sembra una tomba soltanto è il principio bagnato di resurrezione, una voce nel vento la stessa poesia di chi ha ripreso a respirare dal seme disceso dentro la terra
che ci accompagna e lento si immerge nel battesimo estremo di nostro Gesù.
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When the green woods laugh with the voice of joy, And the dimpling stream runs laughing by; When the air does laugh with our merry wit, And the green hill laughs with the noise of it.
La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )
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