Chi attende ha nel petto una rosa,
che alla vibrazione della luce
si affida, come a una mano-
dicevi- Col minimo dolore necessario
la tua parola oggi è nel profumo-
sulla parte del viso che ha raccolto
il miele, insieme all’erba per i daini,
di un piccolo miracolo del fiato-
il volo breve che attraversa il fiore:
le mie mani si aprono e tu
sulla porta, fresca di pioggia,
togli ancora l’ultimo fiocco
di neve, dalla mia fronte,
portandolo adagio alla bocca.
Riparti così, nella veste magenta,
con un pezzo di pane e il sorriso
avvolti nella ninive. Al ritorno
nasconderai con un canto il sudore
nelle coppe dei gelsomini.
- ninive, mussola, garza di cotone, imbevuto d’acqua ( preghiere )