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Separata dal mare
da un tombolo fine di ciottoli e ghiaia,
dal sale, protetta,
con diversi strati d’argilla,
l’acqua dolce si è fatta profonda,
e in quel punto, il mantello del mare,
tradisce il chiarore della sorgente
marziale.
Ai piedi del costone, in tramontana,
è giunta fino all’isola del cuore,
ai suoi bambini,
al fontanile al secchio giallo alle tue ossa,
per bagnare la montagna, e i cinque frutti,
la nostra felce, dirimpetto al sasso.
Sapere la tua mano di ritorno
sul loro capo come fosse casa
mi offre pace, e l’acqua la parola
che aspetto, vicinissima alla gioia,
tra i fiori ciechi della felce amata.
Fotografia: G.Rinaldi, Laghetto delle conche, Isola d’Elba