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amina narimi

~ ..con la fragilità che io immagino degli angeli quando spostano tra i fiori un buio d'aria

amina narimi

Archivi Mensili: ottobre 2014

Più minuscolo di un grano..

31 venerdì Ott 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

≈ 2 commenti

Tag

Bagdad, grano, minuscolo, quercia


La particolare intonazione della voce
mi spinse in mezzo al Campo
a girarmi verso un uomo, chino
sui bambini..l’espressione quieta dello sguardo,
con gli occhi d’acqua chiara
pesanti come perle. sentì arrivare me,
dentro le sue mani, diventare lui,
quei bambini e le carezze, insieme
sollevò lo sguardo, ormai vicino:
“sei entrata come un uragano- disse-
fai più piano quando vai negli altri
respira adagio, a far l’amore
più minuscolo di un grano”

…
lo sentii venire dentro
con la dolcezza di un amante
inconosciuto, mentre io danzavo
nella sua mente, camminava in me,
come una pioggia, lieve,
trovando gli alberi e i caprioli in cima
mia madre invisibile e se stesso

entrammo insieme dopo
nei bambini
cominciando a cantare per Bagdad

” hai una quercia speciale ragazza ed io
troverò il mio albero così ci parleremo
attraverso le radici da lontano
con innocenza ed esperienza insieme
nel luogo dove potremo continuare
ad unire con la carne il cuore per le vene
baceremo la gioia quando passa
con gli uccelli nei polmoni di ogni tendine,
per raggiungerci, per sfamare noi”

[ come figli e figlie che si sposano tra loro
come stelle penetrate ai fianchi

siamo entrati nel nostro petto camminando
in cieli e terre, scorgendo il fuori
tutto dentro, portando il nostro cielo
la nostra terra, da qualche parte
nel profondo, offrendo un pane per radice
a chi si era nutrito soltanto di se stesso ]

Nel buco fondo che è rimasto a terra,
dove la quercia poggiava le sue gambe,
sotto i piedi le cose sono altrove,
strato dopo strato, fino a te,
il luogo dove unirsi nei vagiti, il sesso aperto
dalla nascita, alla resa del respiro

La voce è udita fino in fondo
alla felicità improvvisa
-innata- come un passo ingovernabile
squarcia il costato finchè ne esca
un sacramento di pace
e si muovono le dita ripiegate per il suono
e il corpo il gioco e le parole in tondo
girano per il loro esistere alla luce
fino a stordirsi di un sorriso solo
sapendo che stai bene ovunque
un’erba cresce. Tra i seni sempre nuovi
di respiro, da ovunque tu sei qui,
più minuscolo di un grano.

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Il mio posto delle fate

31 venerdì Ott 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Fidandosi del buio dietro gli occhi
si trovano bagliori come stelle
quando la tua carne riempie il vuoto,
scavato per i fianchi, nel palato

basta un sospiro, un tutto che si tiene
ritrovando la sua vera identità,
come se appena fosse senza fine
il tuo sapore, in tutto può contrarsi,
poi passa ancora un giorno che rimane

fino a toccare con la fronte il gran silenzio
del tuo sguardo sulla sera – è il nostro mondo,
di toccarci con le ali, piccoli passi, poi raccolti:
ne scorgo i bordi, sopra il tavolo in castagno,
i passaggi luminosi verso il cuore
attraverso l’uscio della mia cucina,

aperto
verso un lembo raro del giardino

come a varcare una gola di montagna
tra boschi e vigne fino al mare aperto
al sole. Ne ho cura, come una mansione,
un compito che risponde al desiderio-
il prolungamento della casa, quel che tocco
e come sei, lungo il sentiero dei lecci secolari,
dei platani, fin giù, alla distesa delle viti
-giungendo dentro agli occhi
senza conoscere il mistero.
.mi abbandono dove inizio a camminare.
intravedo i nostri fiori più selvatici,
il cuore dell’agave
che ti offro sulle labbra.

È un esercizio che taglia i nodi delle mani
dove cessa il confine che separa,
è il mio posto delle fate- basta poco
per vedere il faro e le tempeste,
quando fai bollire nell’ambra le tue reti,
i resti delle mareggiate si mischiano alla mia
vita, tra l’odore del fogliame c’è il profumo
delle tue albicocche, quando salgo sopra il noce
per toccarti da lontano. Ho un filo al piede
annodato all’altro capo con l’azzurro,
in un continuo che ogni sera quasi muore,
poi di nuovo stelle fiori gocce a copricapo
varcano la nudità, e le vene sono fiumi,
la tua barba l’erba di questo prato ed il sorriso
i rilievi della terra, con i semi che può spargere
una baia : colandovi colore
spruzzando di fertilità la voce

…
fino al bordo chiaro
del fiordo che più amo,
il precipizio il salto che tace la parola
per l’amore, che più teniamo, e solo
posso mostrarti col silenzio della vita
dischiudendo altro, con il vento,
che sale dal mare sopra il mondo,
un punto luminoso, dove tutto ha inizio
e tu rimani

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Un’iride dal nulla..

29 mercoledì Ott 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

fiato, inverno, iride, madre, sguardo, tana, terra


Mentre beve lucidissima d’un fiato

le splendide membrane della notte

è così vasto il dono di mia madre

che scende nella stanza delle rose

con le mani giunte sopra gli occhi

è da lì che la vedo danzare

con la voce nuova di mio figlio-

l’ascolto del suo polso

unito al mio-

al passo di chi torna fra le labbra

con un’ostia, che diventa quella luce,

che canta quel che sai, come ogni anno,

la più bella fioritura tra le cose

..nell’immenso

lascia che si posi

una sera così rara,

tra i solchi della pelle,

un’iride, dal nulla-

per essere vicina ed invisibile

corrente primitiva nella carne-

sul sentiero

che fa dell’anima una terra

smarrisci il fiato, tra le dita,

la dolce discesa dello sguardo,

nella tana dell’inverno

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il dono speciale di Enrico

28 martedì Ott 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

dono, Enrico Marra, Sogno


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Quello scricciolo che m’insegnò a volare

27 lunedì Ott 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

premilcuore, scricciolo, Sogno, volo


Coincideva con la poesia

con la parola improvvisa nel petto-

alla forza dei pazzi che l’annuncia

dopo l’ultimo congegno della mente,

l’insinuarsi nel magma ubriaca

per compiere la terra finale nel buio

arretravo nel nulla del vuoto,

di un ricordo interminato dei fondali,

in cerchio di danza,- sull’orlo di uno stelo

lasciato dalla prima sillaba

fu chiaro il furore, due lampi

nel verde del tiglio e una febbre leggera,

nel suono del vento, uno scricciolo,

un angelo sottile mi rapì,

sulla cima del Tauro, nel grido invisibile

rovesciando il respiro in avanti

un solo sguardo.. è la luce nel varco

colma di ogni richiamo alle pietre commosse,

fino alla casa degli antenati

custodiva nel viso me stessa

in forme infantili, e in cammino

generava un’antica figura a metà

tra i santi cristiani e gli spiriti delle tribù

nel luogo dell’aria più inabitato

e pregno di materno sudore

nella tensione del corpo eccitato

per venire con verità nella carne,

con una sola goccia di splendore,

a stringere il mistero. Distesa, nella calma,

tra i colori di una pianta sconosciuta,

dove la parola si fa corpo che si apre,

pronunciando il suono con la bocca

che l’ha generata all’apparire:

un tenero abbraccio per saltare nella nebbia

nella signora del gioco, e quasi un passo

nel tuffo di partenza a premilcuore

che liberamente invade con la gioia, 

una danza per accenti e lallazione
Ed è quando la pesantezza m’impedisce

di riaprire gli occhi che ti vedo

con l’intento di arrivare a risvegliarmi

in un altro sogno, dove siamo noi

in altri mondi, ed al risveglio

non diciamo: ecco, era un sogno-

d’indicibile esperienza noi saltiamo

ebbri d’esistenza, per nascita e destino

sul cammino appena schiuso.

Matrice d’ogni luce, viva

tra parole da raccogliere nell’erba

fino alle labbra, ancora incerte

a prendere radice, appese all’aria,

a raccontare dal luogo del ritorno:

l’azzerarsi della terra sotto i piedi

di quello scricciolo che m’insegnò a volare

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Un premio di luce

20 lunedì Ott 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Come un’onda lunghissima,
nel silenzio di coppia,
offre la gola, sulla strada del lupo,
nel tratto più intimo della sua esistenza;

sulla terra necessaria e finale
una storia di sguardi e di nascita
scolpiti nella pietra, a passi lenti,
un osso al sole che entra nell’acqua,
per chiudere l’episodio della notte.

Qualcosa di naturale è accaduto
nella comunione del silenzio,
la conoscenza di una fusione assoluta,
nel riserbo, un premio di luce,
si trascina per la campagna,
si vede all’aperto- la timidezza
di una trasformazione
costruita insieme, seguendo le tracce
di un’antilope all’alba, come un seme celeste,
una limpida pioggia di frumento che cade,
lasciandoci privi di fiato-
da come accoglie. E’ un giovane anno,

un nuovo spazio,
un luogo in più, dove tornare,
attraversando due occhi, gli stessi,
i primi che osarono,
nel silenzio contratto,
saltare

la gola del lupo 4

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Con la nostra nudità che luccica

18 sabato Ott 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

arcobaleno, gemme, nudità, Sogno, voce


Celebrava il rito dell’amore,
il suo più alto lato,
sulle lastre di pietra,
irrinunciabile-

Ho inginocchiato gli occhi, al tuo vedere-
un movimento lento, dal buio alla gioia,
teneva tutto nella sua luce futura-
mentre pregavi ai fianchi di quel letto
ero nel mio tempio, su alla roccia-
tra i nostri passi, appena disegnati,
silenziosi, come animali nella notte,
vulnerabili con ondate di bellezza
e codici sottili di linguaggi,
-con l’urgenza di ascoltare il soffio
e le tue mani colme di frammenti
che prendono la vita, per portarmi via
di sogno in sogno, in un brivido segreto..
più in là, più dentro a quella luce-
nell’invisibile arteria della grazia
che permette di nutrirsi e fare spazio
tra la ruota, il cerchio, e la sua croce-
fino all’ombra dell’Amenta, alle sorgenti,
all’arcobaleno delle cose, non ancora nate.

Sui covoni illuminati siamo noi
sull’erba dolce, e di un azzurro lieve,
incuranti delle regole periodiche,
per assumere l’immortalità:
un breve istante per riceverti
con la terra e con il grembo, darti un figlio
per ognuno dei colori conosciuti
alla tua fonte immobile, nel sogno

per questo canto puoi sentire come corro,
se mi muovo sulla curva della luce,
un vento largo che si erge tra le gemme
di calore: è il nostro spazio a compimento,
il bianco inizio di una liturgia.

-Tutto si compie all’altezza delle braccia,
nella baia tra il seno e le sue spalle,
con le mani innamorate, voce a voce,
ci diciamo una magia per il Natale,
per riempire a semi verdi il cuore
con la nostra nudità che luccica-

 

Opera: Eternità- Roberto Ferri

 

 

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Coi passi magici e selvaggi di un puledro

13 lunedì Ott 2014

Posted by Amina Narimi in Senza categoria

≈ 1 Commento


Si fa strada la visione in altro luogo-
si distende per minuscole fiammelle
come cibo di un’aquila di mare,
non un’ombra di pensiero,
canta per l’uccello in molte vite-
un albero e un bambino, già lo sai,
se vieni nel mio corpo con un seme
della stessa gemmatura, di realtà,
col suo agire silenzioso e necessario
nelle falde carsiche e lunari
abbiamo in gola l’umido e marmotte,
se ti muovi lentamente all’acquabuia
puoi vedere i fantasmi di ogni giorno,
ma se sventri con le mani quella luce,
che traspare mentre alziamo i fili d’erba,
danzano cadendo le parole
dov’è che poi si torna sulla lingua
con la nuova carne muta che diventa
ghiandola mammaria, seno e latte,
una piccola morte nell’orgasmo

la respirazione del sacro, ecco cosa,
è la sua bocca socchiusa in armonia,
sull’acqua appena scura dell’uccella,
lo strato del restare per la fine
del percorso animoso dei polpacci,
per impararsi a testamento, come fiumi,
con le schiene a pelo d’acqua che si toccano
da dietro al nostro sguardo. Come muti

a passi magici nell’uovo torneremo
guardando senza fiato dentro il cuore
dall’ombelico delle fibre luminose
alla sfera d’energia dei nostri sensi,
uniti con agguati, intenti e sogni
per creare dal fango senza gli occhi
un fuoco dal profondo, dal punto di splendore
un gesto caldo che rivede, che battezza,
un luogo nostro, dove l’io ritorna
un noi d’amore e molto altro ancora.

Come un dono che vacilla tra le labbra
veglia anche nel sonno della luce,
una corrente maestosa di vigilia
nel bosco dei respiri e di parole.
Ho sparso delle ceneri al crepuscolo,
tra le fenditure di ogni mondo,
per quel bambino nostro, e l’animale
che stanotte passerà per primo
sará il pulviscolo dorato,
la scintilla bluoltremare
la preghiera più profonda e il nagual
dell’incantesimo infallibile che siamo.

Ti riconoscerò dai filamenti
che mi hai lasciato dentro-
con l’impeccabile energia,
di cui mi prendo cura
-nell’utero dei sogni, c’è il tuo cuore,
che acquisisce conoscenza. Coi suoi flutti
continueremo a farlo dappertutto
con la luce dell’acqua e con la gioia
con il fuoco e con le gambe, con la schiena,
e con le stelle ed i capelli, tuedio,
nell’impeto di grida e di sussurri
dove svettano i tre pini sugli dei
e un dente di giaguaro appeso al collo.

La tua curanderia nella penombra
annuso per la terra e aspiro ora
qualcosa d’invisibile e solenne
del sapore che conosco sotto pelle,
e ripetutamente inondo un canto
che una farfalla è un fiore, in pieno volo,
mentre sogno per milioni di lentezze
la nostra anima profonda in altre vite,
che viene in dono, e lo fa nel sonno,
coi passi magici e selvaggi di un puledro.

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Nella danza dell’aurora ( Luv ya )

02 giovedì Ott 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

≈ 2 commenti

Tag

Aurora, danza, luvya


Ti sei alzato come un pane, nelle viscere,
una misura sacra e misteriosa
che penetra e comanda di avanzare,
di spingersi più in là della scrittura,
sulle palpebre del tempo e un bacio d’oro,
con un gusto di radice sulla lingua,
unendo i fiori che cogliemmo dentro gli occhi,
nella parte che mancava della sera,
nel lavoro più invisibile dell’alba

versando la tua luce, tra le gambe,
nella loro prima volta insieme, sei venuto,
per lunghe pause, a prender fiato
tra la carne, viva. È un’altra pelle
che ci domanda ora un’altra gioia,
al principio delle dune di Bisanzio,
e piu in là della memoria,
dove l’iride risale testimone
allungato sul chiarore della riva

In così tanta luce, ci sei tu,
a nessun’altra uguale,
a fare spazio per il cuore lungo i seni
disegnando con le dita la tua terra,
i suoi fondali chiari, tra le mani,
con un fiore bagnato di saliva
per l’amore della notte.

Un accordo maestoso, di miracolo e umiltà,
sospeso dentro al cielo, e al suo segreto,
mi trascina ancora sotto l’ll manto,
fino a farmi un velo con gli odori,
a viver la sua luce che si muove
uscendo da un stelo, a respirare.

Ed io lo sento, per i versi, le carezze,
con lo sguardo di topazio che hanno i lupi,
nella danza dell’aurora. Al boscovecchio,

solo così,
si può ascoltare la tua canzone
senza distanza,
l’eco, talmente profonda,
a far uscire i nostri corpi

In questa bellezza

sia fatto l’amore
e penetri il canto della parola
come un suono nel suono
dell’universo che siamo

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Scritture

Marco Ercolani

Sempre giovane è la conoscenza

Leggere a tutte le età

Pensieri, opere, sogni

ALPRIMOSGUARDO

Rivivere, raccontare ed immaginare... la miglior descrizione della fotografia.

DI SESTA E DI SETTIMA GRANDEZZA - Avvistamenti di poesia

a cura di Alfredo Rienzi

intermittenze- scritture di Anna Leone -altre voci-

"Mi manca il riposo, la dolce spensieratezza che fa della vita uno specchio dove tutti gli oggetti si dipingono un istante e sul quale tutto scivola." Alfred De Musset

Abner Rossi Blog Ufficiale

Teatro, Poesia, Spettacoli

V.&V.travel

Live life with no excuses, travel with no regret.

Silvia Montefoschi

- il pensiero uno oltre la psicoanalisi -

ALESSANDRO DEHO'

blog personale di Alessandro Deho'

Domenick Diary📚

Blogger✍️

*Assonanze* Io sono stato prima; quando, dove o come non posso dirlo... - Dante Gabriel Rossetti

Forse l'anima che già conosceva i valori superiori, ne ha conservato memoria prima di abitare la precarietà del corpo (Isidoro Martinelli)

THE MESS OF THE WRITER

If you're not italian, you have the possibility to translate all the articles in your own language, clicking on the option at the end of the home page of the blog.

Colpevole Innocenza

Tribute site to Ren Hang - Contributions are welcome

Nonapritequelforno

Se hai un problema, aggiungi cioccolato.

Ushma Patel

When the green woods laugh with the voice of joy, And the dimpling stream runs laughing by; When the air does laugh with our merry wit, And the green hill laughs with the noise of it.

Sons Of New Sins

Parole libere. In armonia con il suono del silenzio.

Stefano Cicchini

Italian Influencer & Instagram Specialist

claudia zironi

Un cielo vispo di stelle

Laura Berardi

La vita è un uragano di emozioni

Il Canto delle Muse

La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )

Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

vengodalmare

« Io sono un trasmettitore, irradio. Le mie opere sono le mie antenne » (Joseph Beuys)

Inverso - Giornale di poesia

Pensieri Scritti ElyGioia

InTheNameOfSeitan

V for Vegan

ilperdilibri

Non di questo mondo

Nel mio taschino c'è tutto quello che va conservato per non andar perduto.

LIMINA MUNDI

Per l'alto mare aperto

Di poche foglie

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Ettore Massarese

un navigatore cortese

y o k l u x

la poesia non è un museo delle cere e non è un pranzo di gala.

Qui e Ora Associazione Culturale Pedagogica

ℓα ροєѕια ροяτα ℓοиταиο - ροєτяγ gοєѕ Ꮠαя αωαγ 🇮🇹

ตαɾcօ ѵαssҽllí's ճlօց բɾօต 2⃣0⃣0⃣6⃣ – թօաҽɾҽժ ճվ sαճíղα  ♥ Diciassettesimo anno ♥    

Debrecen chiama Italia

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GRETA CIPRIANI

Pianist, Poet, Composer

Seidicente

altrimenti tutto è arte

Il Calamaio Elettrico

Sito ufficiale di Mauro De Candia, scrittore

La Sicilia, terra e donna

Il blog di Donatella Pezzino

Louis Book World

"Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me" F. Petrarca

I pensieri di Hamaika

Scrivere la vita.

LATITUDINI E ALTRE PAROLE

marcellocomitini

il disinganno prima dell'illusione

Semplice Poesia

Poesia per tutti

Alessandria today Magazine - Pier Carlo Lava

Lei era grande, buona, generosa, fedele, si chiamava Raissa, era la mia cara grande amica, di Pier Carlo Lava

almerighi

amArgine come sempre

SCIARANERA

di Sebastiano A. Patanè-Ferro

POCHI AMICI * MOLTO AMORE :: Il blog di Carmine Mangone

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