se metti nelle mani le parole
l’attenzione nell’esistenza umana-
nei gesti incomprensibili la logica,
le province di senso della mente –
dando la parola alla persona,
le mani sono belle
se ogni visione dell’Uomo
fa perdere di vista l’uomo [che ho di fronte]
nel silenzio che grida altrimenti,
dando il moto a ciò che sembra fermo-
a chi fugge ogni contatto
seguitando regole diverse
per discendere l’opaco- sotto il polso
le mani sono belle. Di fronte alla montagna
ogni figura
che incontra il suo contrario perturbante,
ciò ch’è estraneo, di straordinaria grazia
di lievità nel petto si fanno le sue mani e sono
la valanga il pettirosso il falco e la montagna
nomi che coincidono col cuore
fiorendo nell’orecchio circonciso,
nel consiglio delle voci, c’è l’interno di una mano
c’è un piccolo uomo, alla casa sul pozzo-
col ricordo degli occhi che han visto le bestie
nel deserto la sete del bambino d’argento-
e disegna grappoli ai muri pieni di vuoto
per quanto è alto il dolore
e la testa inclinata. dell’amore
le mani sono belle nel cortile
le ricevi sul tuo viso a spazio immenso,
fenditura per l’acqua dove mettere i piedi,
e una carezza nelle ferite vissute
tra le ossa e la terra
l’intero durare
che trasfigura le mani
in preghiera
è meno lontano da Te. la bocca del buio
va crescendo lentamente una luce
sulla grande presenza sconosciuta
e a un tratto tu la vedi, e le sue mani,
dalla vetta dell’ultima parola, sono belle.