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Io ti starei in pancia,
figlio mio,
appoggiata al cuore sacro del tuo nome-
con lo sguardo stupefatto e senza peso –
giacendo indistinguibile e morendo
come l’agrifoglio per la quercia.
E’ mattino pieno nella notte
dove andrei se avessi voce
per Natale
non conosce tregua nel respiro
la mano che bisbiglia e ricomincia
dal silenzio al rosso della festa.
Lo sguardo nudo
che solo porto in dono
è una luce rovesciata piccolissima
che ti sente deglutire
ad ogni passo
per essere ogni cosa
quando cresce.