Non è assenza, mancanza io credo,
un contratto tra lo stare e il movimento
si è spinto così lontano rimanendo dov’era.
E l’aria? Cosa ti avvolgeva
se respiravi senza alcun respiro,
chi ti proteggeva, era la notte ?
L’ardore di un bambino –
il calore dell’impronta che formava
da così lontano
e il suo ritrarsi insieme
nel punto, in più piccolo esistente,
dai qui valere a tutte le estensioni
al fondo di un amen
fra le curve dell’om
che sorreggono il bindu riunito
nel nostro commosso ederlezi
su di un velario, ostenso,
per sempre.