Nel silenzio dei fiori avverto i tuoi passi
negli occhi. Un albero solo
mantiene la schiena, conversando con te
tutto è presente e così altrove, insieme
occultando l’apparente della pelle
rendiamo visibile il nascosto
primo tesoro, nell’oriente della forma
nel più profondo noi
emerge un io celeste,
il nostro doppio in cielo
tocca l’inguine dell’ essere
nello spazio puro delle lingue.
Nell’istmo delle celle immaginali
io ti vedo, e nel sommo dei sensi mi espandi
mi dai forma. Nel viaggio,
fino all’estrema spiaggia dell’ombra ,
col lampo del sole al tramonto, mi bagno
nell’acqua perenne, fresca e salata
alla punta sottile dell’estasi
estraendo mercurio, dentro le mani,
si scioglie un diamante,
mescolando la vita alla vita,
come l’unica fiamma di una candela
che può accendere altre candele,
senza una perdita-
nell’oceano di fango del corpo, di angosce
e stupori, fino alla goccia più trasparente
raccolta nei palmi all’estuario-
trasformiamo le stelle, cadute nel buco
che inghiotte di nero ogni cometa,
nel centro esatto di luce,
col getto amorevole delle fontane
bianche d’amore, e di un’ anima,
in un corpo astrale, senza più differenza
c’è un grembo sottile, un seminarium
nell’atto perfetto della preghiera,
tra noi, una segreta energia
che libera il cielo nascosto nel cuore,
salendo alla mente come un’aurora
un’onda di miele, di bestie, fino alle piante
alla struttura tellurica infine
per ogni pietra dell’essere. Ho pianto
al limite dell’invisibile
fedele angelo mio, giungendo per te
alla sposa segreta.
Rannicchiata dentro il mistero
ho iniziato nuovi sponsali
col sentimento della distanza,
di simultanea presenza
Nel nono cielo, privo di astri,
contemplo il nostro splendore:
è un velo, sulla nostra bellezza,
un solo albero lungo la schiena
i tuoi fiori, tutto negli occhi
è presente, così altrove, insieme,
un passo tanto dolce
può essere solo di gioia,
per l’ultimo matrimonio,
infinito.