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Un’unica grande preghiera continua,
con il piccolissimo cuore dell’uomo,
a impastare parole di guarigione
con la sola offerta delle sue labbra
si abbassa a servire chi è inginocchiato.


Non resta il passaggio al centro del pane,
rimane la voce del vuoto del Sabato.
Viene piano, dal basso, la saliva celeste-
non è fulminea la liberazione-
se Lazzaro esce ancora legato,
se potrà camminare disciolte le bende.


“Risorgere allora è un lungo affidarsi?”


È una donna che mette tutta l’offerta
nel tempio, due spiccioli, quello che ha.
Ricorda, si disse, lo spreco fu grande
dove nessuno pensava alla morte,
mentre fluiva l’unguento prezioso
delle giovane sposa sul corpo amato.
Porteremo sul petto all’infinito
i segni, al costato, alle mani, sui piedi;
la morte è nulla verso il profumo,

il suo largo d’aria meraviglioso –


se quella che sembra una tomba soltanto
è il principio bagnato di resurrezione,
una voce nel vento la stessa poesia
di chi ha ripreso a respirare
dal seme disceso dentro la terra


che ci accompagna e lento si immerge
nel battesimo estremo di nostro Gesù.