Un lungo dialogo prima di partire-
con la casa, con il paesaggio, delicato
nel vasto rito di rispetto ad onorarlo
fino al lamento dei fasci delle canne
in fondo al giardino, di malinconia
estiva, voce dell’intimo- per pochi giorni
Un luogo a parte la madre- silvana
nella sua nudità ed io, nell’atto di obbedire
imparo: le parole inevitabili
che non bastano-
-nella sua natura immensa, serve quel sorriso,
il vero figlio nel tempo della storia
del lutto, che ricada come pioggia
nel suo ciclo
dove spuntano le canne si forma allora
nella visione più ampia più feroce
la verità che pretende l’anima, che avvera,
vibrando per qualche istante, la pietà,
sulle formiche che portano la gioia,
dove s’inchina mettendo pace dentro gli occhi
l’acqua dove si cresima il canto dell’infanzia
che mi aiuta, lucido e sentenzioso,
a partire verso il mare: eccola..
soma di luce,
sono così piccola
nelle sue mani sul mare,
ancora vuote poco fa, di casa in casa.