– il luogo non è mai preciso-
cucio monete d’oro tra i capelli e Rilke
contro il fianco, mio netsuke, come un’acqua
che mi nutre Indisturbato
incide la parte più nascosta
sicuro della sera Fino in fondo
l’abbandono. Il rito orale
tra le mani la collana sale
alla bocca la medaglietta, un cuore
il sottile scolpito di un’ostia
stretta- con che pressione
immensa- tra le labbra divino
labirinto la lingua nell’haiku
diventa consistenza, insieme
battito sfiorare la saliva riempire
le parole dalla base al ventre
muoversi : 23.1.63 fissato per iscritto
lo percorro Parto da lì
Cerchi piccoli Un anno dopo
l’altro, consumando le parole: Ti Vogliamo
Bene. Minuscole per gli occhi
nel lasciarla andare ( a lume spento)
tra il pudore e l’effondersi del giorno
lungo i seni.