Tappa del respiro l’ll bordo
traguardo la finestra per tornare
prima come mai disinfettate
a volontà e piano s’ingrandiscono
sull’orlo-le parole-
mostrano di parlare con mezzi di fortuna
di capirsi nascondono,
fino all’ultimo respiro,provarsi
delle diastole c’è l’ll tempo e uno delle sistole
seducono così, ombre nell’acquario, nuotano
è getto allora ,un Ararat
l’ll doppio battito, tempia sorda che sbatte
uno scalpello agli occhi
e fatichi a trovare misura nella sintesi
traverso la scia delle parole, dallo scarto
estrarre la semplicità, l’ll linguaggio delle cose
-come mai ti basta il cuore-
dove puoi dire? A chi e come ? –
a dirotto preme la gola l’ll cloro
quando nella bolla spinge e lascia
sul palmo i segni come pioggia, profughi
battiti segreti in forma d’aria
Tra mutezza e voce. “Noi
più fragili di tutto”