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Fra le pieghe della benda sulla testa,
alla radura dei dormienti e dentro ai fossi,
qui non c’è altro che rosmarino –
Se un filo d’erba dice le parole,
nel secchio, nel libro, dell’acquaceleste,
qui, nell’androne, la luce di taglio
è lo strapiombo sulle scogliere.
Non c’è altro qui che rosmarino,
e dividendo la parola con la lingua
al suono che più amo di samech-
lasciando che l’apnea formi le rose
fra la lingua, le labbra – e poi marino,
si alza il mare bagnando ogni suo fiore
del miracolo salato, che si schiude.
Così nella quiete aspetto la notte,
e l’ombra che cade è fedele ai colori
di una donna in penombra che torna dal bosco
coi piedi nulli e i polsi leggeri.
Nell’andirivieni dalle albere a casa,
nel suo splendore, è un lungo sentiero
fatto di adagi e ros_marino.
È un’anziana cicogna, prima degli occhi,
che ora un figlio sostiene in volo.
Disegno Antonella Schiralli