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amina narimi

~ ..con la fragilità che io immagino degli angeli quando spostano tra i fiori un buio d'aria

amina narimi

Archivi tag: occhi

I tuoi occhi sono piccole candele

15 venerdì Ott 2021

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

candele, occhi, vento


Nel luogo separato dove vivi
i tuoi occhi sono piccole candele,
una luce che illumina l’inverno
riposta fra le mani come dono,
prima di partire con l’estate.

Ed ora io ti ascolto nel silenzio
che ogni sera accogli per parlarmi
fra la siepe e l’albero del noce
dove vado a raccogliere i miei panni.

In quel vuoto della pelle siamo il vento
che non svela la distanza che ci unisce
quando sorge in un indugio e si fa accenno
poi scompare con un soffio sopra i coppi

dove volano le drupe ruzzolando
nella cesta fresca dei lenzuoli;

un rito di ogni sera che si muta
nel ponte breve di una voce fino al timo –
nell’aperto più profondo e nostro mare.

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La sorgente è un albero disfatto

19 domenica Mag 2019

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

albera, occhi, sorgente


Nella pena ti ripeto quel dolore
non è miseria, ma l’odore del terriccio
appena nato dalle foglie morte.
L’invito viene su come un tesoro
dai frammenti delle ossa che han brillato.

La sorgente è un albero disfatto
e il cuore, del gigante che si spezza,
un’acqua pura, il lavoro che conduce
a quell’aurora che noi chiamiamo fissa.

L’ ho visto fare di nascosto alla tua rosa,
malgrado il forte vento la scompigli,
la giumella dei suoi petali mantiene
il rosso intenso, che la pioggia non scolora.

L’acqua è un nettare vermiglio che per sempre
fa rimanere i nostri occhi chiari .

GOCCE

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quando vai a fare i fiori

07 domenica Gen 2018

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

fiori, occhi


Cosa vedono i tuoi occhi,
quando vai a fare i fiori,
la porta stretta di una retina
dove s’inginocchia il cielo?

Come ride una parola
che ti muore, ancora prima,
quando vuole disegnare il suo respiro?

Se congiungi il campo di una lacrima,
da cui riparte il filo, alla radura,
che appena visibile cammina,
nel continuo movimento di un miracolo,
a comporre la sua voce, va alla gioia,
con il riso, come fosse una preghiera.

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Fiume di portata..

31 domenica Lug 2016

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

Caminidelle fate, Cappadocia, Fiume di portata, occhi


Fidandosi del buio dietro gli occhi

si trovano bagliori come stelle
quando la tua voce riempie il vuoto
scavato per i fianchi nel palato
un tutto che si tiene

tra la fronte e il gran silenzio del tuo sguardo
sulla sera – E’ il nostro mondo,
di toccarci con le ali, poi raccolte,
sopra il tavolo in castagno,
verso un lembo raro del giardino,
fino al mare aperto. Una mansione,
il prolungamento della casa,
lungo il sentiero dei lecci secolari,
fin giù alla distesa delle viti.
Dove inizio a camminare-

coi fiori più selvatici, e l’agave
che ti offro sulle labbra-
è il mio posto, sui camini delle fate,
che taglia tutti i nodi delle mani,
e basta poco,
per andare al faro ,alle tempeste
coi resti delle mareggiate
se nell’ambra fai bollire le tue reti,
tra il fogliame del miobosco c’è l’odore
di albicocche solo tue..allora salgo
salgo sopra il noce. Per toccarti

ho legato con i rami un filo al piede
annodato all’altro capo con l’azzurro,
un principio che ogni sera quasi muore,
poi risale con il giorno a copricapo,
spruzzando sulla terra la tua voce,
con i semi che può spargere una baia,
arrivo dentro il fiordo che più amo
e le vene sono un fiume di portata..

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Con la cenere negli occhi

05 giovedì Mag 2016

Posted by Amina Narimi in Poesia

≈ 2 commenti

Tag

aman, amina, armonia, cenere, narimi, natura, occhi


Tra l’ombra e lo stupore, in armonia,

non fai altro che nascere ogni giorno

svolgendo e dilatando la mia vita,

come dopo ogni distruzione.

Nell’interezza mi consegno,  arresa

al dolore ben più grande del mio corpo-

mentre penetri nel cuore senza canti.

 Ti scrivo con la cenere negli occhi

e attraverso vi corre quel bambino-

senza sapere che non esce, vivo

 se per sempre metto insieme i nostri nomi-

amina con aman e poi narimi-

viene piena di profumo una famiglia

mentre ci abbassiamo con la sera

le palpebre che entrano nei sogni,

bisbigliando siamo salvi, al posto giusto,

e mondi  ancora, insieme. Siamo casa,

tra il  respiro più pulito che conosco

del bene che precede la bontà

nell’ordine che fa cresce le rose,

nel silenzio ininterrotto dal rumore.

Preserverò i tuoi fiori. In ogni passo

è natura sempre nostra figlia–

il suo andare col sorriso verso il centro,

con il latte in fondo al grembo luminoso

all’angolo del viso e con le mani.

                              Dove termina la strada

ti ho dato il petto come linee di una mano

le fontanelle aperte sopra il capo

Ed ora pianta le tue labbra

tra le mie ginocchia coronate

Con la cenere negli occhi ti ripeto

attraverso vi corre quel  bambino

senza sapere che non esce. Vivo

se per sempre metto insieme i nostri nomi

amina con aman, e poi narimi.

con la cenere negli occhi

 

 

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io sono insieme

10 domenica Apr 2016

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

aman, occhi


“Ogni sforzo aggiunge

un poco d’oro a quel tesoro

che nulla al mondo potrà carpire.”

Simone Weil

Vieni prima degli occhi. Questo lo sai.

È la domanda di bene

che ogni bambino rivolge

nella fiducia.

Guarda tu ora, e noli me tangere.

Io debbo proteggere il vuoto

mai posseduto. Ti benedico

perché non hai trasformato le pietre nel pane

che mangi ogni giorno. Sulla tua trama nera

è un ricamo quel rosso che appare

come fosse un esercizio, una veglia

alle energie più sottili. Obbedisco,

rimanendo in ascolto-

mentre il fiume copre il suono delle tua voce-

Obbedisco,

con l’alito che so delle bestie

quando si sporgono nel tepore della paura.

Tu avanzi

fino a toccare tutto quello che ci rimane.

Io sono insieme– ripeto-

tra le cose in movimento,

lo scintillio della prima risata,

la mano che diceva il miracolo,

sul fuso della tue dita, la grazia-

i nomi della luce sono qui

nel più sacro recinto illimitato

dov’è il sortilegio che chiama,

seppur sfiorando il nulla,

nell’instancabile enigma dell’eternità.

Un’iscrizione ricavata dall’albero, al fianco,

coltiva l’inverno della tua lingua

vegliando i semi la folata di vento.

Rinasce la voce.

Sei innegabile

nel sì finale alla passione che mi aspetta,

il lungo affondamento nel mio vuoto,

fino a sostituirlo con un principio luminoso.

Non saprai che ci sono ad amarti

come l’inizio del mondo,

il silenzio che circonda le parole

è lo stesso che precede l’azione e si spegne

nel possessivo profondo del “ mio

adesso”. Viene il mese crudele di Eliot

con ogni briciola di bene che è stata raccolta

nell’onestà della voce. Nuda,

vulnerabile ripeto il gesto di offerta :

“io sono insieme”–

e, ciò che più conta, la tomba è vuota.

 

 

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Nella giunzione irriverente della mani

15 domenica Giu 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

amore, creta, diga, giunzione, lamento, mani, occhi, rosa, seno


L’immersione nell’anima di uno sconosciuto
infilando il dito nel buco della diga,
perché non mi travolgesse la sua favola,
poi viverci accanto e sognare
-eri meno di un sogno, di là,
perché ti sentivo arrivare
figlio del mondo e madre perenne
dai lombi sacri, le ginocchia svelte.-

 
con la polvere negli occhi dell’infanzia
mutando le parole con la pelle
nella meraviglia che dischiude un sesso
come l’alba, imparando l’abbandono
col tramonto e un fascio di capelli
lasciati lì a durare
nello sguardo altrui chissà in che modo
nella perfezione muta del nostro nulla

ogni giorno accade il “ sì” dolcissimo
– e sale dalle pagine dentro la tua vita,
superando l’esistenza di un Dio instabile-
con le gambe nude, ovunque lei si trovi,

nell’acqua,
per catturare ciò che in ultimo ci copre,
nella giunzione irriverente delle mani
col seno sta giocando coi tocchi della luce
come fosse creta / sotto i tuoi occhi
come un’altra pelle, indifferente alle regole
fitte di parole incomprensibili,
tra le arance d’oro. Piena d’acqua

 

della nostalgia
sta cantando nell’occhio della rosa –
piantata davanti alla finestra,
guarda e si raccoglie nella vasca
col vivissimo amore che discende
nel punto più tenero del grembo
sotto la spinta del suo crescere
tra i cespi di more- così lucente,
nelle mani di chi ama,
persino il suo lamento
viene, all’ultimo

nella luce dritta la Tua voce

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Narinzemi

13 venerdì Giu 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

Cammino, madre, mare, Narinzemi, occhi, Zaum


” Eia, mater, fons amóris,
me sentíre vim dolóris
fac, ut tecum lúgeam.”

 

Nel tuo racconto sulla spiaggia,
aperta dalla luce
così pura nel mio male
ho riconosciuto quella donna,
e il resto intorno, dalle spezie
tenute tra le mani, dalle mille
e una notte alle confessioni;

affondava nell’aria una scala di seta,
su tutti gli aranceti che esplorano lo spazio,
tra le vesti e la casa degli uccelli-
un canto solo e i violini due respiri
vicini all’elegia, di quelle notti estive
un momento di amicizia tra la veglia
e il sogno delle rose, nel silenzio,
su cui poggiare la testa. Con il filo

ti racconto del zaum, di quella profezia,
con l’incanto della lingua piantata sulla terra,
dove l’avvenire non è avanti, ma ti avvolge
all’intorno che ci aspetta

ti lascio entrar dagli occhi
come un lungo inverno e madre mia
come sabbia sul mio fianco, benedetta
in ogni angolo in ogni baia,
per brillare senza ostacoli –
il mio fesh-fesh dentro la carne

la dolcezza del tremolio,
è così forte al sole
che le arance scendono negli occhi e tu
mi sollevi con un’ombra, mi proteggi
in una scia, come sotto ad una chioma
che dissemina dal centro il suo calore

prima di ogni altro narinzemi ,
curando il taglio tenero del succo
negli occhi dritti al fuoco,
con gli intervalli di bellezza dell’amore,
mutandoli in colore,
spezzando la rincorsa alla neve eterna,
nel giro più normale della vita

Ho pregato in quella donna, l’adagiarsi in me
della sua voce, tra la riva e la coda di cavallo
che portava, nascondendo un fiume più profondo
del filo rosso in gola, di vaghissima bellezza
aveva un dono per farti sentire sulla pelle
la fragilità dell’esistenza, e un patto con la vita,
un mistero che non riusciva a interrogare:
migrare o morire: inseguì le mandrie di animali,
selvatica tra le bestie nelle praterie, fino a casa.
Al nostro mare

ci alziamo, col suo vero nome
a un solo tratto dal corpo, e un uomo,
un uomo di passaggio, che aumenta la realtà
correndo, allargando la ricerca della grazia,
ad ogni passo e un varco
capace di contenere orme ed il domani
sulla soglia, di bianco in bianco
correggendo la nostra vista corta,
nello sguardo curvo, e vivo,
come un invito, nella stessa orbita

quello che ho amato – spiega- è senza fine
tirandosi dietro l’anima, proprio il corpo,
recuperando peso, residuo altare alla fede
nella vita
per essere vera e sacra – prosegue,
unendo col suo volto le mie mani-
sono il labirinto di una persona
che si è persa, nella trama dei suoi vestiti neri,
che domanda l’unità, fra la voce ed una storia,
di un’armonia difficile da trovare- Sotto la neve
non esiste una realtà unica,
come sia arrivata qui, e chi l’ abbia
accompagnata nel sonno, senza sogni..e poi

Si sofferma, e prega, con gli occhi del mare
sulla freschezza, nell’ora più chiara,
girandomi l’acqua tra i piedi. Rianimata,
vedo appena il movimento del respiro,
mentre lui scompare, oltre le dune, e lei,
messa semplicemente tra le mani,
una resina chiara che sale
fino all’ultimo degli alberi di Sasso

avvicinandosi prende una luce
l’odore di questo segno splendido
della sua vita
per farne Una

che alla mia cammina

Paul Gustave Fischer -Donne sulla spiaggia a Falsterbo

P.G.Fischer- Donne sulla spiaggia

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Chiudendo al seno le persiane

21 mercoledì Mag 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

Alba, Aurora, immagine, occhi, persiane, seno, tapparelle


In tutte quelle cose c’eri tu, dentro le case,

come sul petto dei devoti, proprio al centro,

mentre salivo con il corpo la montagna,

sulle spalle scintillanti per la pioggia

si schiudevano tutte le persiane,

nel sentire che davvero piove

quando scende la Madonna su Bologna,

e vi penetra un’immagine:

 

-con chi vedi la prima luce, tu,

con cosa spingi il buio, fuori dal balcone,

con gli occhi soli o tutto il corpo insieme?-

 

Alzale piano, le tapparelle, amore mio,

sono gli occhi delle case e benedetto il giorno

sia, nel movimento impercettibile che amo,

di quella leggerezza nelle celle,

mentre sul bosco, io, spingo fuori il seno

con le braccia unite alle persiane.

 

E’ la storia che risale dalle spalle

dell’aurora e prima ancora all’alba

annunciando qualchecosa che s’insinua

lentamente

nel chiarore ineludibile al risveglio

un balbettio appena un’ombra della luce

che produce un segno. Fra tutte le fessure,

è da lì che passa la bellezza, e gira,

nel momento privilegiato del respiro,

anche se è una cosa di un istante, come noi,

e prima che compaia sul tremore delle rose,

quel sorriso, la linea dell’aurora

che scaglia tutto il buio in fondo ai vasi.

 

L’alba assiste al sogno, e tu lo sai-

prima ombra della luce-

penetrando negli occhi senza lotta

sembra offrirsi, lasciando solo un mormorio

dove germoglia come un seme sconosciuto

che forse, solo a notte, senti palpitare,

quando per un voto si produce nel silenzio

come il frutto della nostra profezia,

celebrando le sue nozze con il sole-

e una lingua impregnata di colore

di canti nascosti, nella sua radice,

nella voce primordiale- fa l’aurora..

come l’erba e i tulipani del giardino,

quando cercano la luce, nella loro debolezza

come a un’acqua unica si volgono

 

Se col petto unito alle mie braccia,

se spingo piano le persiane,

mentre alzi lentamente gli occhi-

da lontano- confondendo l’alto con il basso

veniamo insieme col mattino, poco a poco,

abituandolo a parlare, come l’alba con l’aurora,

ci congiungeremo nell’annuncio della luce,

nell’invincibile unità dell’infinito

 

saranno parole sacre le nostre voci,

sui balconi, e un cuore la tua mano

che scava un vuoto tra le spalle e il viso

colmandolo di fiori. Sopra i piedi nudi,

quando prendo il buio, di ogni sera

non ho più paura,

dove sono il tuo cuore e le tue mani,

se, chiudendo al seno le persiane,

ora guardano i tuoi occhi, dentro.

Persiane

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Se dal polso tiri il filo

08 sabato Feb 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

Cammino, filo, lontano, occhi, palloncino, polso


Il chiaro dell’occhio è proteso nel dono,

ciò che sussurra prima del fremito,

al movimento delle nostre mani.

Non spezza mai il filo l’accoglienza

cammina. cammina con la propria storia.

 

E il vento insiste nel domandare

perché come i bambini

basta toccare certi punti dell’aria

che s’incantano le dita

nel grande suono-

consegnando i pensieri

al vuoto che non soffre.

 

Nessun fiore raccolto nell’urna

sa dire alla voce il colore

più dolce,

calpestando la terra,

il viaggio oracolare dei nostri volti

nell’andare incontro al fresco del mattino

Domani

porta con sé lo spazio inviolato degli occhi,

.che inconsapevoli corrono.

nella misericordia di un’aurora,

colmando le pupille di presenze,

spose dei sogni, emozionate.

 

è così che faccio quando manchi, corro

con lo spago legato intorno al polso

e un palloncino sale e viene giù dal cielo

mentre pronuncio :- Lontano- e poi –Qui-

per farti comparire quando giro

sulla la strada quasi trasparente

rinasci di continuo. E ci guardiamo

scendere il cielo dalle mani

in un’altra terra come

 

è con te che sollevo gli occhi caldi

e sembrano tutte le nuvole

essere in coppia per sempre

quando tornano indietro

per  rinascere dall’acqua

pronunciando la stessa parola

– Qui – e poi– Lontano–

 

ci tocchiamo all’indietro

nello sguardo liquido dell’angelo

se dal polso tiri il filo

la terra stessa è un angelo

che ci mescola leggeri insieme al vento

come dopo l’amore

risponde al nostro sogno

entra nella radice, poi vola via

al centro della stanza azzurra

niente è più grande, penetrato ogni canto

                              da un’infinita distanza-

Avere ricordi non basta

 

palloncino

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POCHI AMICI * MOLTO AMORE :: Il blog di Carmine Mangone

Pensieri Parole e Poesie

Sono una donna libera. Nel mio blog farete un viaggio lungo e profondo nei pensieri della mente del cuore e dell anima.

Scritture

Marco Ercolani

Sempre giovane è la conoscenza

Leggere a tutte le età

Pensieri, opere, sogni

ALPRIMOSGUARDO

Rivivere, raccontare ed immaginare... la miglior descrizione della fotografia.

DI SESTA E DI SETTIMA GRANDEZZA - Avvistamenti di poesia

a cura di Alfredo Rienzi

intermittenze- scritture di Anna Leone -altre voci-

"Mi manca il riposo, la dolce spensieratezza che fa della vita uno specchio dove tutti gli oggetti si dipingono un istante e sul quale tutto scivola." Alfred De Musset

Abner Rossi Blog Ufficiale

Teatro, Poesia, Spettacoli

V.&V.travel

Live life with no excuses, travel with no regret.

Silvia Montefoschi

- il pensiero uno oltre la psicoanalisi -

ALESSANDRO DEHO'

blog personale di Alessandro Deho'

Domenick Diary📚

Blogger✍️

*Assonanze* Io sono stato prima; quando, dove o come non posso dirlo... - Dante Gabriel Rossetti

Forse l'anima che già conosceva i valori superiori, ne ha conservato memoria prima di abitare la precarietà del corpo (Isidoro Martinelli)

THE MESS OF THE WRITER

If you're not italian, you have the possibility to translate all the articles in your own language, clicking on the option at the end of the home page of the blog.

Colpevole Innocenza

Tribute site to Ren Hang - Contributions are welcome

Nonapritequelforno

Se hai un problema, aggiungi cioccolato.

Ushma Patel

When the green woods laugh with the voice of joy, And the dimpling stream runs laughing by; When the air does laugh with our merry wit, And the green hill laughs with the noise of it.

Sons Of New Sins

Parole libere. In armonia con il suono del silenzio.

Stefano Cicchini

Italian Influencer & Instagram Specialist

claudia zironi

Un cielo vispo di stelle

Laura Berardi

La vita è un uragano di emozioni

Il Canto delle Muse

La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )

Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

vengodalmare

« Io sono un trasmettitore, irradio. Le mie opere sono le mie antenne » (Joseph Beuys)

Inverso - Giornale di poesia

Pensieri Scritti ElyGioia

InTheNameOfSeitan

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ilperdilibri

Non di questo mondo

Nel mio taschino c'è tutto quello che va conservato per non andar perduto.

LIMINA MUNDI

Per l'alto mare aperto

Di poche foglie

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Ettore Massarese

un navigatore cortese

y o k l u x

la poesia non è un museo delle cere e non è un pranzo di gala.

Qui e Ora Associazione Culturale Pedagogica

ℓα ροєѕια ροяτα ℓοиταиο - ροєτяγ gοєѕ Ꮠαя αωαγ 🇮🇹

ตαɾcօ ѵαssҽllí's ճlօց բɾօต 2⃣0⃣0⃣6⃣ – թօաҽɾҽժ ճվ sαճíղα  ♥ Diciassettesimo anno ♥    

Debrecen chiama Italia

i nostri colori finalmente uniti

GRETA CIPRIANI

Pianist, Poet, Composer

Seidicente

altrimenti tutto è arte

Il Calamaio Elettrico

Sito ufficiale di Mauro De Candia, scrittore

La Sicilia, terra e donna

Il blog di Donatella Pezzino

Louis Book World

"Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me" F. Petrarca

I pensieri di Hamaika

Scrivere la vita.

LATITUDINI E ALTRE PAROLE

marcellocomitini

il disinganno prima dell'illusione

Semplice Poesia

Poesia per tutti

Alessandria today Magazine - Pier Carlo Lava

Lei era grande, buona, generosa, fedele, si chiamava Raissa, era la mia cara grande amica, di Pier Carlo Lava

almerighi

amArgine come sempre

SCIARANERA

di Sebastiano A. Patanè-Ferro

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