Tag
Una macchia un puledro il sobbalzo celeste
fra le zampe lunghissime tinte di rosa;
danza la piccola, trema ubriaca
dalle orecchie ai nodelli così sottili.
Sia lode il respiro! Sia l’acquabuona
di una placenta che scende dall’hara,
e tributo, il suo lago, il meraviglioso,
per quanto silenzio ha colmato le mani
bagnate di rosso profondo. Silvana
c’è un piccolo abse che dentro si espande,
che si contrae nelle piccole rune,
a raccogliere alburno, lungo il cammino.
Inizia dall’erba, dicevi, la luce
innamorando le celle nuziali,
muovendosi accanto come una madre
nell’andirivieni al balcone in penombra,
quando scosta le tende a passi di neve
coi piedi nulli e i polsi leggeri.
Facendo strada sulle ginocchia
è un lungo viaggio fatto di adagio,
con mille foglie dentro le orecchie,
la commozione una piccola casa
che dondola il legno a sillabe dolci.
Metto ancora le mani a giumella tra i seni,
il lungo respiro che nasce sul timo,
e il profondo del verde scende nel sale,
il primo sorriso rinasce alla vera
splendenza del suono impercettibile.
Segui tua stella, ripeti, è la tua
scrivi sempre harmonia con l’acca davanti,
lo spirito aspro che muove gli accanto
dei piccoli organi e le ossa cave
intorno all’albera
che in te rimane
con la voce nel petto
come una stanza.
14 Dicembre 21, a mammet
nel giorno del suo compleanno