Orfana e dolce tutta la sua pena
La punta del giorno che ferisce
Quella che di notte canta dall’Epistola.
Una donna muta il Proprio Tratto d’ogni sera
Nella parte densa più interna e cara
Dove crescendo si diventa piccoli
Riposa il cuore nel graduale
Giardino fraterno di passi amati
Poi si allontana poco a poco
Dove il visibile non splende nel guardabile
Nella luce severa del mattino
Che ogni cosa invita a ripartire
Tendo le braccia come entrare in acqua
Per andare là- dove non c’è- nell’ortensia blu
E gli occhi neri nell’orecchio a dire:
Non innaffiare con tanto caldo i fiori
Riversa amore con l’appello della sera
Chiudi gli scuri, ora, e tieni il fresco in casa