Pubblicato da Amina Narimi | Filed under Poesia
ederlezi
09 mercoledì Gen 2019
09 mercoledì Gen 2019
Pubblicato da Amina Narimi | Filed under Poesia
09 venerdì Feb 2018
Posted Poesia
inSilenzioso compagno,
la nuvola e il mio laghetto,
il tuo mare e questo pianto,
sono l’un l’altro,
al ponte del mezzo mestolo:
ci laviamo la faccia nel nostro catino,
quel poco d’acqua che resta va insieme,
versata dal ponte, al suo fiume,
perché possa raggiungere il fondo
della cascata, intera,
trova quiete nel cadere. Così,
fra le tue dita già bagnate d’inchiostro,
ha vissuto ogni poesia, prima degli occhi-
per uscire dal suo mantello
naturalmente, come una pianta
quando buca la terra, e il suo fiore,
che vediamo cadere soltanto
quando il vento è finito-
o l’uccella che amo,
prima che smetta di piovere,
perché ha il canto dei fiocchi sotto la neve,
di qualcosa di nuovo che cresce
fra loro.
Immagine Daria Petrilli
12 giovedì Mag 2016
Posted Poesia
inTacere toccando la terra.
Tacere,
sostenendo il silenzio i tuoi fiori.
Ho atteso
che tornasse il respiro
nel vuoto
che precede ogni tua voce.
E’ un corpo senza segreti
l’anima che ora ti offro,
nessuna forma che la torturi
nella stanza più intima.Un vento,
il suo bisbiglio. E’ tutta la donna–
sulla tavola di cera dell’ascolto,
a gemere leggera, tersa,
-come un fiore ridotto alla gioia,
fino a togliere peso, nelle tue mani.
Come in grembo ad adamo
stringe il tuo seme con gli occhi
d’argento, il tuo yiddish nel cuore.
-All’origine che sola congiunge
il suo primo matrimonio alla preghiera,
stavi lì, brillando intero,
indicando un altro luogo,
in petto, un altro luogo
che afferrava la realtà
tutta la vita. – Un fiume nuovo
il tuo non esserci, gira nel ventre
adesso, continua a salire
con ostinata bellezza
come un coro di acque, in piena,
nell’argento dei polmoni.
In un profondo caldo
si raduna il fiato sopra l’erba,
si piega per la sera.
Reclino il capo, anche io,
spingendo indietro la saliva
entro, fedele, nel tuo silenzio sacro.
La terra aperta.
Comprendo che sei qui
dove la vita aumenta
se, respirando appena,
cola dalle parole che ti scrivo
più vera della notte la tua voce,
se, tra le aperture delle labbra,
il nostro riso si dissangua in luce.
07 mercoledì Gen 2015
Posted Poesia
in
” Come un fiume, una lacrima soltanto,
che scivola dall’occhio di chi sogna”
quando il canto tace in madrelingua
tu mi sfiori, come un fiume,
con Le donne che corrono coi lupi,
se a notte mi rannicchio sulla soglia
di una lacrima soltanto, del suo peso,
lasciandoti arrivare fino in fondo
è così che si completa il cielo
che scivola dall’occhio di chi sogna-
e benvenuto tu, nel mio silenzio,
che spingi i fianchi al caldo della casa
mentre muti la forma del destino
mescolando nella storia la magia
della zampa d’orso di una donna
investita dall’aurora contro vento-
circondato da carte scintillanti
è il Capodanno delle bestie che mi leggi
disegnando l’Ararat e in pieno petto
un cervo bianco coi colori di Hokusai.
Non c’è linguaggio e gli occhi sono chiusi
nelle costole dell’arca come un chiostro,
tra le arcate dei capezzoli ti ascolto
vibrando del più semplice respiro,
fingendomi quel cervo sulle gambe,
mentre corro al salto in braccio del ricordo,
con tutto il peso della luce, quando preme,
quando entri nelle pagine più belle,
come mani piantate nelle neve,
nella nascita costante di noialtri
c’è una conca, una conca della luce,
appena sotto la clausura della lingua,
dove si concludono le sillabe
di tutta la visione di Amapòla-
il sussulto ed il calore degli odori
usciti dalla tana come un canto
sui grappoli del vischio- e nel suo stare,
custode primo dell’amore e testimone
muovendo in circolo le dita come perle,
sulla mano di chi legge lo splendore,
ogni favola è piena di ginocchia
che covano l’inverno delle ossa
salvate in fondo al mare con un sogno
che sale lentamente poi si dona,
in una lacrima sul volto dell’amato,
e cresce, baciando quella gemma,
come un fiume
fino a sorgere la carne, per la carne
sentire il peso quando supera la soglia
una lacrima soltanto di Amapòla
che scivola dall’occhio di chi sogna..
19 mercoledì Feb 2014
Posted Poesia
inTag
acqua, Alef, asciutto, Bet, bocca, Fabienne Rivory, fiume, lingua, ma, madre, mi, Miryam, ostia, pane, sale, scintilla, scrittura, umido
-L’asciutto contiene l’umido
La roccia contiene l’acqua
L’Uomo nasconde in sé un Dio-
Sulla fronte azzurra del ceppo primitivo,
ti poso, col silenzio delle vesti,
il segreto del primo fiore, senza necessità
di capirlo, sull’assenza che ti sgorga dentro
al seme nudo delle fontanelle,
lo sguardo intatto, dove si uniscono le cose
l’ultima volta, alla fine dei sentieri,
i segni di un amore
nella bracciata profumata
ti consegno il fascio più maturo,
fiorito di fresco dal mio cuore
con le ore luminose, la corona
dove palpita la nascita
di una vita che si leva, col nutrimento sacro,
nella follia di una croce,
nella manducazione dell’invisibile.
Nessuno sa, nè l’argilla o la pietra,
che servono da segno, raccontano il mistero
del dono divino, un velo sollevato
scopre un altro velo. La Bet è posta,
nella casa aperta, sulle stele di Mesha
tutte le sorelle danzano
come pietre luminose
La scrittura è una luce nella notte
che ci salva,
verbo_crocifisso da semi nomadi,
che nel deserto grida il Nome suo, ciascuno
a divenire Lui . Nessuno potè sentire allora
la lingua umida nella tunica di pelle,
quando cogliemmo dei mattoni
come figli al posto delle pietre,
ognuno recante solo una scintilla
Padre dell’Uno, asciutti fino a Pasqua
quando bocca a bocca s’incise in alto
l’incontro delle grandi lettere,
con le piccole del basso. Fino al cielo
il traforo è compiuto, e ci tocchiamo
cantando il pane nella linguamadre
con il sale di Miryam, unendo il mī col mā,
il vento ci porta in bocca l’ostia,
fino all’acqua matriciale, che scintilla,
sulla fronte azzurra tenerissima,
dove nasconde in sè un Dio.
26 martedì Nov 2013
Posted Poesia
in
A fior di labbra
con la mente sul confine
è un ponte quella cucitura
che si stringe sulla pelle nei due punti
un margine di tempo alle ferite
di un uomo senza veli sul mio cuore
sono nuda con lo sguardo di una donna
dilatato sei lo sposo alla mia pieve
passo passo sopra il muschio della riva
con la dolcezza più grande sulle spalle
a te sono venuta lentamente
baciandoti la fronte infreddolita
al buio dei capelli- tacerti accanto
Ho paura. -O dove devo andare
con la mano per amarti
se dormi e vivi nel midollo?
sentirmi donna e maschio
penetrarti
mentre ti appartengo fino in fondo
dove sei entrato- dalla madre
fino al seme – Matrioska
Ascolta- nella cavità che ci appartiene
in un atto chiusa insieme al sesso
non si accorge che nasceva in due
con il bosco sotto i piedi Adamo
nella sua metà di donna che si muove
come un fiume e piena di qua di là
verso la fonte s’intravede il doppio
verso la foce
nella terra di questo nostro volto
Dolce nella pancia a poco a poco
divenne chiaro senza una parola
e gli occhi amati
dove si risolve il cerchio.
Sono una donna libera. Nel mio blog farete un viaggio lungo e profondo nei pensieri della mente del cuore e dell anima.
Marco Ercolani
Leggere a tutte le età
Rivivere, raccontare ed immaginare... la miglior descrizione della fotografia.
a cura di Alfredo Rienzi
"Mi manca il riposo, la dolce spensieratezza che fa della vita uno specchio dove tutti gli oggetti si dipingono un istante e sul quale tutto scivola." Alfred De Musset
Teatro, Poesia, Spettacoli
Live life with no excuses, travel with no regret.
- il pensiero uno oltre la psicoanalisi -
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Questo blog è registrato su http://www.blogitalia.org
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When the green woods laugh with the voice of joy, And the dimpling stream runs laughing by; When the air does laugh with our merry wit, And the green hill laughs with the noise of it.
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La vita è un uragano di emozioni
La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )
Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.
« Io sono un trasmettitore, irradio. Le mie opere sono le mie antenne » (Joseph Beuys)
V for Vegan
Nel mio taschino c'è tutto quello che va conservato per non andar perduto.
Per l'alto mare aperto
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ตαɾcօ ѵαssҽllí's ճlօց բɾօต 2⃣0⃣0⃣6⃣ – թօաҽɾҽժ ճվ sαճíղα ♥ Diciassettesimo anno ♥
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altrimenti tutto è arte
Sito ufficiale di Mauro De Candia
Il blog di Donatella Pezzino
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Poesia per tutti
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di Sebastiano A. Patanè-Ferro
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