Trascorre negli occhi il suo giorno,
nella sua febbre, il fuoco di poi…
cede la parola, si fa debole,
nel silenzio di luce, un’altra quiete
sembra nascere un canto
all’insaputa del buio
scorgo quelle labbra
nella dimora del cuore, nel singhiozzo
guido le mani le carezzo la schiena
come facevo quei giorni
” come sei brava bimbetta”
sussurrava con tutta la forza che ha.
Mentre bruciava le ore inattese
-dolce lume arreso-
sulle piaghe future tremava l’inverno
Tremavo io per Altrimondi, per un giorno dilatato
pregavo. Come un papavero offerto al gelo
si è fatto l’ascolto
l’attesa dei fiori che oggi mi dona
e il buio un’antica sorgente
dove il vento accumula luce
e paziente respira, e riappare mai sola
nello scatto del cervo, nel taglio
della nuvola sotto il monte,
nel cuore in corsa, nella tana
voltandomi il sorriso in AltroNulla
dove mi trascina
sul confine della neve
nella sua danza. è primavera anche questa.
stella trasparente
sul dolore della sera.

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