Ha un petto grande il canto
che più duole
per quanto bagni i piedi nell’oscuro
delle mani portano fiori nei bicchieri
e molte, mille rondini sui fianchi
raggiungono le cose – alle radici
Non un solo ramo è inutile.
Lì, dove i fiori parlano : la vedo.
Mi sta di fronte
al centro della sera
come un segno con la felicità
spezzata nel calore come pane
si alza e sale nelle braccia
una ghirlanda
dalla pietra che sostenne il piede
all’ombra
di chi traduce un angelo
nelle viscere stesse
della terra
dei lamenti puri
non avrò più paura
del paesaggio muto
che si sporge
nella risacca del respiro
dove è fatica bere
l’esercizio del silenzio
mi indica in preghiera
la parte che mancava
–se tuo era il sangue–
unendo i fiori
che cogliemmo
dall’alto. Fino a qui.