Per il bosco Così leggera
Ti ho nascosto sulle spalle
Finisci con il fuoco- pensavo-
Incominci per il sole
Colore e luce
Incorniciano la notte
Voci notturne
Silvane
Nel verso lungo
spezzato insieme
Nel ritrarsi di mia madre
Si esprime l’infinito
Nel contrarre spazio
L’urna
Accudisce il Vuoto
Dal punto indivisibile e inesteso
Si misura con l’anima l’attesa
Nel muovere in avanti il suo per.dono
Tra l’anca e l’osso sacro
Mi rimetti in piedi
Con le fontanelle ancora aperte come mani
Che l’Uomo vide per la prima volta appartenergli
e si capì Persona: esserci
nella mia stanza. Domini
come il Monte Ida
la piana di Mesarà di Creta
il vaso con la dedica di Athena
Coi gesti morbidi del bianco
Colmi di anticipazione
La chiarità dell’occhio il suo contorno
Nella curva dei capelli
Strugge lo sguardo e sei seduta
Dalla vista alla visione
Col viso avido di stelle
Ti chiedevo Amore
Da dove viene
Tutto questo chiarore
Dopo l’oscurità
Me lo hai detto per i morti :
“ Rimani
Dove posso raggiungerti
Per lo spostamento
È per questo che seguito a tornare
Per i tuoi boschi “