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Io credo tu sia un benandante
per donare così tanto flutto
tra le palpebre adorne di sale.
Io credo tu sia un benandante
che ha mangiato le notti col cuore
per aprirsi nel giorno più bello.
Non so altro della tua grazia,
so che porti acquabuona al mio fiume,
alle more raccolte nei fossi.
E lo dici senza una voce
lasciando tremare le mani.
Nella rocca splendenza dell’hara
il tuo nome genera l’ombra
come fa ogni albero grande
quando tiene le cime nascoste
nella giumella del cielo.