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amina narimi

~ ..con la fragilità che io immagino degli angeli quando spostano tra i fiori un buio d'aria

amina narimi

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Stellario la tua mano, il tuo mantello

11 domenica Feb 2018

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

alberi, mano, Mantello, Piet Mondrian, Stellario


Uno stellario, la tua mano,
che vuole solo respirare,
tutto qui,
sporgersi nel vento
che viene, se cammini,
con l’alba dilatata in fondo agli occhi-
tacere, fra gli alberi,
tacere gli alberi bianchi
di neve o di fiori. Io credo.
Sul rossochiaro del tuo dito

 

ho imparato anche a dormire-
tra il luccichio delle ginestre
e l’immobile travaglio di quel masso-
con le curve della voce,
la spirale del nibbio, a dare vita,
dove hai disteso la famiglia
e un posto buono, per restare
il tuo mantello.

 

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Dove i nomi hanno mesi bellissimi

13 venerdì Gen 2017

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

alberi, ali, bambino, isole, mani, radici, via lattea


 

Una strada sottile
quanta calma nel petto che rischiara
dove i nomi hanno mesi bellissimi,
che crescono seguendo la via lattea

tra le ali e gli alberi dell’anima.
Sono petali bagnati di visione,
con la parola aperta delle cime,
dove dentro vi corre quel bambino,
la sua mano aperta, con la rosa,
le sue gambe, che spingono nell’aria
lo scatto del respiro, nel salire,
in cerca dell’uscita, tra le cose.

E non dura più di un lampo
nel morire
la tragedia della giovane paura,
tra il bosco ed il suo viso.
Poi la musica soltanto, la più viva,
a quell’ora lo incorona, e va alla gioia,
oltre i margini segnati, in un istante
toccando, col duro della terra,
il ricongiungersi al fantastico dei passi.
Col moto delle lucciole sui piedi,

è un viaggio che mi porti,
in un gesto, trattenuto, come sacro,
qualcosa tra le mani, che si bagna,
di ritorno, con la tua saliva lenta,
per toccare, dove non si vede,
il polso quieto di ciò che sta sul fondo-

nel ruotare delle ossa, con la forza
che annida tutto un cielo dentro al seno,
dove cresce la tua pianta. Come mondo
mi hai offerto un largo d’aria,
nel buio lucido e ospitale dove noi
è veramente nostra sposa,
ora che sa come cadere
ai piedi del suo piccolo padrone,
nel profondo bambino, dove andiamo
ripetendo, ad occhi chiusi, sono insieme.

Viene incontro, in cerchi che si allargano
per radici silenziose, come calda,
la nostra mano, nell’intimo,
cercata,
tremolante di luce ci rivela
bagnati di terra, a lungo, e da vicino,
con le braccia larghe di un mare benedetto,
di essere ricevuti, come isole.

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Con la fragilità degli angeli

24 giovedì Dic 2015

Posted by Amina Narimi in Poesia

≈ 2 commenti

Tag

alberi, angeli, aria, luce, Natale


Due lunghe strade due figure nell’erba
mi accuccio
dove non sono mai stata
 
c’è una donna che sbatte la luce dentro un mortaio…
al tramonto dell’anno la posso vedere-
dall’altra parte del mondo
 
implorando la durata della notte
che s’allarga nera sopra i fogli
tanto più potentemente nuda
 
come la più lontana delle stelle,
poggiando sui talloni
quel che aveva nello sguardo
 
viene a dirmi che ritorna
dove niente è più visibile-
fra gli alberi
 
con la fragilità che io immagino
degli angeli
quando spostano tra i fiori un buio d’aria
la fragilità degli angeli

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Sono bambini al buio i luoghi dentro gli alberi

11 domenica Mag 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

≈ 4 commenti

Tag

alberi, bambini, buio, Ederlezi, ginocchia, luoghi, Monte Athos, perle


Con un ginocchio scoperto vengo a te,
Lorenzo Mullon- Mt.1500sposa a sè stante, dalla voce,

prima che nella parola. Puoi sentire,
passando dall’acqua più verde al sangue,
con un patto interiore, gli sponsali:
si scambiano il respiro, prima del senso,
un salto nella gestazione
di un codice smarrito ed immutabile
-nella lingua madre che dice il sesso delle cose :
nient’altro che fiori rossi, i nostri globuli
senza nucleo, nelle sue profondità invernali.

Ti accolgo nel segreto del midollo osseo,
pieno di occhi, tutt’intorno, come l’anello di Saturno
che contiene il solebuono
Sono le traiettorie per accompagnarti dentro
che brillano,
con la spartizione naturale dell’istinto,
dove sanno i sapori le parole,
con un ginocchio a terra. Nella postura dell’orante
dalla quercia al leccio, al pioppo bianco,
sali con gli occhi tutto il verde delle ossa,
delle immagini che vengono prima del possesso,
nel candore di un vagito naturale
è la catarsi,
l’appartenenza nuda a una poesia. Dimmi :
che ricordi ti sfilavano davanti, da lassù,
quando ti sei girata nel ventre per la luce?

Dico gioia. Per ogni gesto minimo dei rami
aderiva al corpo,
con le sue ginocchia coronate,
aspirando al cielo da lontano,
dove termina la strada
fin dai primi tempi dell’amore,
con la bellezza lucente della terra
sotto i piedi. è un’ederlezi, per cantare,
appartenendo solo al lampo
accordatore di respiri, tesi
su tutto ciò che vive solo
della primavera nelle ossa.

C’è una macchia di purezza 10 agosto 290
nella stanza armonica,
se mi avvicino il suo profilo è quello
di un bambino e una sorgente sui capelli
che smette di morire intanto mostra
le fontanelle aperte come linee di una mano
sulla testa dove un tempo fu la notte
per gonfiare la sete al destino delle rose
rampicanti. Sull’albero del pane, come una volta,
a chiunque darà di noi la ricordanza-
il suono sulla cima a scegliere le pere, il loro nome,
lo splendore- tra le dita
della prima metà dell’esistenza,
quando solo la carne tremava sui cavalli
barattando con nuova salita per guardare
l’anima, quel punto così in alto,
dove la terra si muove e batte gli occhi
tutta quella luce sopra i fianchi.

Ogni goccia provoca ancora sentimenti,
uno spazio vuoto che s’inclina poi s’innalza
nei buchi a doppio cieco dentro gli alberi,
come perle sotto i vestiti, nelle tuniche di seta delle donne
quando assorbono la vita a chi le indossa,
con una forza sconosciuta sopra il seno. Dentro là,
si trovano gli amanti, il tempio che cela meraviglie,
le nozze verdi misteriose, e i geni;

sono bambini al buio i luoghi dentro gli alberi
che ogni giorno attendono la luce,
e la ricevano, con l’intero corpo trasparente,
la covano in sé, con la seconda vista. Amano,
inondati di vita, silenziosamente religiosi,
nell’inventare una luna, nella pace
di un cielo profondo, che si distende
lentamente, lentamente nel chiarore
scaturendo una voce e un dorso lucido
come mani nell’acqua, che carezzano
sulle ginocchia, congiungendole,
come due piccoli Monti Athos
in mezzo ai loro rami, in fiore

10 agosto 788

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Con le membrane lucide dei sogni

09 domenica Feb 2014

Tag

acquabuona, alberi, anima, cerva, Charley Case, Rimani, silenzio, sogni, Tomohiro Inaba


Tomohiro Inaba 2L’elegia ci fa trovare, al di là

dell’albero più ferito,

di Paesi e continenti, l’acquabuona,

una cascata di perle e di animali,

dove cercavo il mio menhir

sulla riva del laghetto azzurro.

Intatta immersa e protetta dall’acqua fresca

aveva gli occhi aperti come fosse viva

Ridarle vita con otto stagioni

fu l’unica cerimonia nel cuore dell’inverno

profondo, portare licheni per nutrirla

rimuovendo la brina dagli alberi.

Mi toccò i capelli.

Ti adoro per la dolcezza, per le mani

e così sia,

anche nel silenzio degli uccelli,

canta.

è un miracolo nudo la nostra creatura

le linee della mano tanti rami e

ad ogni dito il suo respiro fa gli anelli

un panno bianco, di cielo in cielo

nel canto d’emergenza coincide con i sensi,

a un poi, che calma, che trascina

la mia immagine nel Vuoto

dove trovo riparo. dove ti riveli

con il viso mentre mangi

mentre raccogli nascosta la mia mano

ti do un nome, allargo tutti i rami

per avere ancora suoni e somiglianza.

Nella danza fragile precipita il respiro

preme il cuore, dentro quella crepa,

la luce, per quel minimo d’azzurro,

ti è salita fino agli occhi dalla pozza

ho tolto le parole per amarti,

cerva di un solo fianco, nel silenzio,

venuta via dall’ombra.

è con l’acqua che ti fascio il viso, ora,

con le membrane lucide  dei sogni,

sei un canale di biancore

tra i rami fino al petto

il segno che racconta un corpo

porta  il tuo Nome adesso –Rimani–

nel respiro degli alberi,

l’impronta più Viva

tra tutte le voci

Anima di gioia

sul bianco del foglio-

senza grida.

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Pubblicato da Amina Narimi | Filed under Poesia

≈ 2 commenti

La luce diventa ciò che tocca

26 domenica Gen 2014

Posted by Amina Narimi in Poesia

≈ 7 commenti

Tag

alberi, alto, angeli, basso, cose, dentro, fuori, luce, Vapore


Le cose si conoscono l’un l’altra

In quel luogo dove Dio ebbe finito

            Il centro esatto

E quel vapore intorno agli alberi che tocco

Non è un’afflizione se non ci sono bordi,

Sono gli angeli,

Che tengono gli uni agli altri i rami,

nel prodigio di salire

Spingendo avanti le montagne per comprendere

Nel vuoto aperto un’anima,

Dove noi vediamo una chiusura,

La natura che ci parla di ritorno.

C’è voluta un’intera vita e ancora claudico

Per vedere che non c’è orizzonte,  il cielo e l’acqua

Sono lo stesso essere in alto e in basso

E la rosa di Duino non vive separata

Dal sentiero che ricopre sul muretto

Così la luce diventa ciò che tocca

Le cose gli alberi il vapore le nostre ossa

Se solo tu potessi  intravedere lo splendore

Delle rose senza bende sul tuo viso

Di come l’alto e il basso stanno sulle braccia

Si dilaterebbe il cuore farebbe grandi le tue mani

Nel toccare il dentro quando viene fuori

All’universo Aperto dove vivono

Tutte le creature, e i morti

Come  là, il reciproco sfiorarsi

di una mano in una mano,

sono privi di possesso

nell’interno indimostrabile

dove Nulla c’è che attende per la fine

Lorenzo Mullon- Mt.1500

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Nel peso di una vita la dolcezza

15 domenica Dic 2013

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

alberi, casa, dolcezza, Eusebeia, ritorno, vita


Era piena di grida la casa

più non vinceva la luce

il peso della morte necessaria

C’è un senso di larghezza dolorosa

che mi prende contro i muri della sera

incapaci di rispondere al bisbiglio

quando nomino del  bosco la preghiera

e non bastano a far giorno le lenticchie

nell’ovatta dove crescono la voglia

Mi sono presa cura della casa,

del male incognito da dissodare dentro,

facendo uscire i nostri corpi dalle porte

per camminare là dagli alberi,

dove c’è conciliazione ancora vergine,

colmando di riguardo e  riverenza

dinnanzi  a quel che è più di noi

qualcosa, l’anima

Il ritrarmi  tra due innamorati

reclinare  il capo, tra la ginza e l’abete,

tra la grazia concessa a chi dona un inchino

è pietà che mi lega

nella loro dimora

è religione d’antica eusebeia

qualcosa di libero e sacro

che fa spazio all’incontro;

è  lì che mi chiedo che cosa

stiamo facendo per casa

dove si svolge la vita

la notte che grida la parte

dove si erge il male finito

prego i miei  alberi

alla sapienza più grande

di sapere morire

permettendo di nascere ancora.

Ritorna l’anima ai muri, ritorno io

simile ad un albero,

a guardare  le stelle del mio focolare

tenendo in mano un pugno di terra

negli occhi la linfa a toccarmi la carne,

nel pieno di una fiamma, il ventre nudo.

Entra  svuotata e gravida  di luce

nel peso di una vita la dolcezza

ritrova  quella  mano per tenerti

come un viaggio infinito  tra le ombre.

15-12- la ginza

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A claudia degli alberi

29 sabato Giu 2013

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

alberi, boscovecchio, claudicanza, rituale


 

 

 

Ieri ho incontrato la donna

del bosco – senza radici –

non calza  che pelle di vene

ai piedi conduce una pigna

e una ventata improvvisa

-un’eco di grazia elementale-

per fare rayuela al pendio

determinata a reggere il tempo

di quello che Vede nel fondo

10 agosto 345

 

Si racconta al Paese

che corra  la notte

con gli alberi. E’ muta

se domandi il suo nome

ti apre le braccia

come volare. ma  insieme

inchina una spalla sul fianco

e veloce ritorna. con l’altra

più scarna

leggermente in ritardo

rimane

ferma  a un sussulto

-a pena contrario- 

donando la simmetria

che  manca dell’altra.

 

10 agosto 273

 

Se poco comprendi

di claudicanza

nel buio di un gesto

posa a terra la mano

come lasciarti una storia

e svanisce tra i rami severa

nella sua corsa. perfetta

sembra parlare con l’anima

di “Claudia degli alberi“

del fianco ferito

di un cervo. nel sole

tra la lingua e la gola

 

10 agosto 2096

 

D’amore l’ll muto rituale

dall’uno all’altro versante

in tormento

da qui si sente. e a ogni ora

è un boato che torna

ostinato

come nell’albero il ramo.

10 agosto 2032

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C’è che a Yasunì .. … gli alberi camminano

03 mercoledì Apr 2013

Posted by Amina Narimi in Poesia

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Tag

alberi, amina narimi, Respiro, Yasunì


Pilastro senza inizio di una fine

il fuoco del lingam, Linga Purana..

C’era legna sulle nostre schiene la gola blu del toro

quando viaggiavamo da Gongotri a Gomukh

per la via liquida di speranza fino al Ganga

nei tre cieli, giù fino alla baia di Bengal

alle foreste di cedri abbiamo messo il vaso

acqua e rose alla fine della neve, sul campo

a benedire le sementi nello stesso punto

sotto al cuore,quando ci siamo allontanati

ho seguito le linee della mano

alle pendici delle Ande

c’è un riparo nuovo, una terra incognita:

Yasunì

Apri anche tu la mano. Vieni !

faremo sapone dalle bacche masticheremo foglie

con il cuore fino ai reni giocheremo alla rayuela

con le rane più piccole del mondo e i tapiri

alti come cavalli. Tocca ! sanno di limone le formiche

e le scimmie fanno lana …ma più di tutto c’è una cosa

che voglio dirti -come a finire un lutto- :

-C’è che a Yasunì gli alberi camminano…

tirando su le radici come braccia

seguono la luce per otto metri al giorno-

Possiamo andare con loro,Dost. Staremo bene

all’infinito, i nostri dolori li mangeranno i funghi

a pasti brevi-

Anche se da lì non vedi fuori

c’è un Respiro  nuovo a Yasunì

sulle nostre dita-amputate-

cresceranno come nidi braccia nuove

e l’amore impiglierà nei rami

a piangere di gioia dove vuole

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Sono una donna libera. Nel mio blog farete un viaggio lungo e profondo nei pensieri della mente del cuore e dell anima.

Scritture

Marco Ercolani

Sempre giovane è la conoscenza

Leggere a tutte le età

Pensieri, opere, sogni

ALPRIMOSGUARDO

Rivivere, raccontare ed immaginare... la miglior descrizione della fotografia.

DI SESTA E DI SETTIMA GRANDEZZA - Avvistamenti di poesia

a cura di Alfredo Rienzi

intermittenze- scritture di Anna Leone -altre voci-

"Mi manca il riposo, la dolce spensieratezza che fa della vita uno specchio dove tutti gli oggetti si dipingono un istante e sul quale tutto scivola." Alfred De Musset

Abner Rossi Blog Ufficiale

Teatro, Poesia, Spettacoli

V.&V.travel

Live life with no excuses, travel with no regret.

Silvia Montefoschi

- il pensiero uno oltre la psicoanalisi -

ALESSANDRO DEHO'

blog personale di Alessandro Deho'

Domenick Diary📚

Blogger✍️

*Assonanze* Io sono stato prima; quando, dove o come non posso dirlo... - Dante Gabriel Rossetti

Questo blog è registrato su http://www.blogitalia.org

THE MESS OF THE WRITER

If you're not italian, you have the possibility to translate all the articles in your own language, clicking on the option at the end of the home page of the blog.

Colpevole Innocenza

Tribute site to Ren Hang - Contributions are welcome

Nonapritequelforno

Se hai un problema, aggiungi cioccolato.

Ushma Patel

When the green woods laugh with the voice of joy, And the dimpling stream runs laughing by; When the air does laugh with our merry wit, And the green hill laughs with the noise of it.

Sons Of New Sins

Parole libere. In armonia con il suono del silenzio.

Stefano Cicchini

Italian Influencer & Instagram Specialist

claudia zironi

Un cielo vispo di stelle

Laura Berardi

La vita è un uragano di emozioni

Il Canto delle Muse

La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi. La curiosità esiste per ragioni proprie. Non si può fare a meno di provare riverenza quando si osservano i misteri dell'eternità, della vita, la meravigliosa struttura della realtà. Basta cercare ogni giorno di capire un po' il mistero. Non perdere mai una sacra curiosità. ( Albert Einstein )

Il mestiere di leggere. Blog di Pina Bertoli

Letture, riflessioni sull'arte, sulla musica.

vengodalmare

« Io sono un trasmettitore, irradio. Le mie opere sono le mie antenne » (Joseph Beuys)

Inverso - Giornale di poesia

Pensieri Scritti ElyGioia

InTheNameOfSeitan

V for Vegan

ilperdilibri

Non di questo mondo

Nel mio taschino c'è tutto quello che va conservato per non andar perduto.

LIMINA MUNDI

Per l'alto mare aperto

Di poche foglie

site under construction

Ettore Massarese

un navigatore cortese

y o k l u x

la poesia non è un museo delle cere e non è un pranzo di gala.

Qui e Ora Associazione Culturale Pedagogica

ℓα ροєѕια ροяτα ℓοиταиο - ροєτяγ gοєѕ Ꮠαя αωαγ 🇮🇹

ตαɾcօ ѵαssҽllí's ճlօց բɾօต 2⃣0⃣0⃣6⃣ – թօաҽɾҽժ ճվ sαճíղα  ♥ Diciassettesimo anno ♥    

Debrecen chiama Italia

i nostri colori finalmente uniti

GRETA CIPRIANI

Pianist, Poet, Composer

Seidicente

altrimenti tutto è arte

Il Calamaio Elettrico

Sito ufficiale di Mauro De Candia, scrittore

La Sicilia, terra e donna

Il blog di Donatella Pezzino

Louis Book World

"Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me" F. Petrarca

I pensieri di Hamaika

Scrivere la vita.

LATITUDINI E ALTRE PAROLE

marcellocomitini

il disinganno prima dell'illusione

Semplice Poesia

Poesia per tutti

Alessandria today Magazine - Pier Carlo Lava

Lei era grande, buona, generosa, fedele, si chiamava Raissa, era la mia cara grande amica, di Pier Carlo Lava

almerighi

amArgine come sempre

SCIARANERA

di Sebastiano A. Patanè-Ferro

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