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Noi crede al riflesso sulla vera dei pozzi,
quando rotola via con gli anelli dell’acqua,
al bambino che posa la mano per terra
per dire rimani al grandeposto.

Noi crede nel viso che si magenta
quando offre la stanza più disadorna,
al buco scavato per dare alla luce
il bisso che lega le figlie dei gelsi.

Noi crede alle ciotole
quando si spezzano,
perché si affidano a un nuovo sorriso.

Alla mesa, noi crede, al terriccio, alle albere
che chiudono il seme, protetto dal gelo.

Noi crede nel verbo abbacinare,
quando entra nell’aria mentre ti scrive
della voce che viene dalla celesta

mentre sprofonda con tutte le ossa
nella fiamma che torna dove fa buio.

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