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Così raro vederla alla finestra.
Nulli i suoi piedi, i polsi leggeri
di chi tiene l’inferno per sé
e dona agli altri la luce
il passo di chi è tornato a casa –
tutto raccolto nel lieve tremolio
di una lampada
compagna della soglia –

appena il sottovoce di un adagio,
la sua grazia,
segno puro e nudo di una mano
bianca, tra nota e nota,
nel ritirare dal freddo il suo plumbago.

Se la più debole delle radici la trattenesse –
uccello dell’anima –
come a una chiamata
la risposta all’indaco sarebbe un solo :
eccomi;

un dire per l’ascolto
un volto che prega
di rifletterne un altro
nella polvere del pozzo
invisibile al suo principio.