Stella marina piena di sale,
antica ferita della sua mano,
un bisso lucente dal dito del sole
al nostro grembiule fatto di arance.

Se tutto respira, tutto ringrazia,
da qui ricomincia il nostro obbedisco
con la riverenza di un lungo sorriso
alle nozze invernali di ogni silenzio.

Amata distanza sei tu la spirale
che non chiude il cerchio all’amore e l’incontro
ritorna dal foglio verso la luce –
che tace per loro dentro le cose
un bosco una stanza i verdi pianelli;

colonne d’aria fili di albere
per ciascuna parola che si ritira
nel greto buio della sua culla.