La voce sottile dell’acquabuona
portava altro pane intorno alle querce,
fra i larici d’oro dei solchi profondi.
Cercava la tacca, il tocco dell’angelo,
il taglio perfetto dell’umidità,
con le dita più sacre di un madonnaro
quando posa per terra il celeste Maria.
Carezzava le vulve, i seni degli alberi
nell’amata dumìa della polvere viva
benedetta compagna del biancomangiare
arresa alla grazia della neve più alta.
Si è confuso alla resina il suo respiro
lasciando le mani e un giovane anello
per disegnare da un fianco all’altro
dei pesci antichi che lentamente
risalgono l’aria
mutando in uccelle.
Amina Narimi
Ph J.Salaud
La voce sottile dell’acquabuona
14 domenica Nov 2021
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