Tra i vicoli del legno c’è qualcosa che hai lasciato,
una veste chiara sfilata dall’aria,
una scilla montana sulla soglia di casa-
dove entra come un bimbo la mia mano
sull’orlo a goccia pronto allo splendore-
un piccolo autunno che possiede un avvenire;
tutta l’estate è all’interno del cristallo
che occupa lo spazio del suo fiore.
Se è natura sempre nostra figlia
una fiamma leggera vive il mondo in un profumo
che svolge nell’ombra il suo lavoro di luce.
Così è la notte che precede il tuo passaggio:
un solo e lento chiaro dentro agli occhi
se la bellezza del balcone illuminato
si rivela se colto solamente
per mezzo di altra luce, che alla grazia
del tuo sguardo mite si propaga
rinnovando una promessa e la memoria:
la luce che permette di saperti
e quella stessa luce che tu vedi
si accordino al risveglio in un sorriso.