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Nella grande caduta del giorno
col dorso della mano con le guance
fra il timo l’edera e la terra
scoprivi il soffio d’aria di una grotta
sul viso, come una novizia
che prende i voti nella stanza bianca.

I fiori della tua plumbago
ora sono delle piccole Marie
e la parola mantiene la promessa;
chiama col tuo nome
ciò che esiste per sempre –
nel miracolo del tiepido sentirti

mentre riempio la ciotola di Azzurra
c’è la tua attenzione
la veglia che si ripete
all’ombra delle nostre mani.