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Una barca piena d’acqua poi l’azzurro
dei fiori misti a foglie con il vento
di una mano sopra ai fianchi, al mio risveglio.
Dove il nocciolo del suono ricongiunto,
nella ghianda che precede le parole,
camminava con la voce rilucente
nel miracolo salato del tuo mare,
apre ancora la sua carne il mattutino;
vita e nome sulle labbra come figli
di un’ estate che accompagna la salita
sul bisso innamorato dell’autunno-
con un filo di acquafitta dentro agli occhi
come l’imperfezione del tappeto
che dona il vuoto sacro alla rayuela.