Ci toccava, la figura del destino,
confondendo nella storia la magia.
Era il Capodanno delle bestie,
e in pieno petto disegnavi il nostro Fuji
con tutta la sua luce quando preme
dall’ombelico al timo, la passione.
Ogni favola è piena di ginocchia,
coronate di magenta, in fondo al mare,
che prendono a rialzarsi lentamente
spingendo sulle palpebre le mani,
per sbucare nei polmoni benandanti
con l’odore delle lettere del pane;
una pioggia, tra il sambuco e il falso pepe,
del più piccolo respiro della polvere-
perché tutto è una ferita,
e un buco è tutto
per la luce,
come un fiume di portata.