Giravi intorno al pozzo senza posa,
e il sentiero ripetuto sotto i piedi
esplodeva nella strada non percorsa,
dove il grido perfetto di ogni stella
ha la stessa posizione delle braccia,
a farsi largo. Tra gli indugi delle mani
è ancora in vita il tremore del miracolo,
se ogni volta che sorridi nel silenzio
fra le ossa lasci un chiaro e di continuo
dove l’acqua scava lenta sulle guance
un lamento si fa canto, un alleluia.
Se ora taci dove vai, seguendo i cervi,
nel vivo della carne io magento,
come un rosa_
_____ cedevole di luce,
per morire nuovamente senza posa
al prossimo tornante dell’aurora.

Opera Eugenijus Konovalovas
almerighi ha detto:
bellissima, gli ultimi due versi mi rimangono scolpiti
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