Foravo il punto estremo delle dita
nella piccola preghiera della notte
e l’aria fresca passando dava il suono,
la voce dei più cari, gli invisibili,
salendo oltre la fronte, come un’albera.
Dove incidi la confusa e sempre tua
primissima compagna del silenzio
canta il fremito commosso che ci sposa,
alzando la spirale fino a casa
il giubilo che duole, la concordia.