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Dove l’ora ha nascosto le vigilie
il suo respiro breve è un largo d’aria
e nuova pace sui chicchi luminosi.


Non c’è niente di magico che arriva
con questo primo freddo nella casa,
eppure spezza il pane quotidiano
fecondandolo con grazia e libertà.

Penetra così nel mio lavoro,
nello sforzo gentile del cuore,
che si apre e si allarga al ricordo
del myron, del crisma bollito
con tutti gli aromi del mondo,
dell’orecchio percosso dai sistri
e gli occhi pieni di fiori.