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La valle è sospesa nel corpo stellare.
La voce che manca sfiora le spalle.
L’eco risale di un lento respiro
l’altezza di un’albera,
___il peso di un pane.
E non c’è nulla di misterioso –
abbiamo danzato nei giorni ventosi,
screpolati dal freddo,
disegnando una mappa
coi grani semplici del nostro anello,
siamo stati confusi con il capanno,
scambiando il caldo dentro la mano,
perché rimanesse sposa del tempo,
la benedetta, a crescere i fiori,
radice dell’ordine ai nostri polsi –
se nella porziuncola fatta di resti
si è arrotolata la nostra vita,
ora le dita dentro la stanza
sono il passato del lungo inchino
di fronte alla casa dei benandanti.
