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Basta un nulla per vivere, aman,
e cammini assorbendo la luce
di un minuscolo astuccio di vaio,
rilegato dal capo alle mani –
tefillah per le preghiere.
Mangeremo chicchi alla morte,
con le labbra in un piccolo chiostro,
che sostiene altri mondi,
in scintille;
chi le ha viste adagiarsi e volare,
per quel poco di tempo più lungo,
fra migliaia di ossa e di resti,
assegnavano un posto a ciascuno,
e ciascuno suonava una nota
fino a quando si sono voltate
con la grazia leggera di un canto,
scomparendo per piccoli inchini,
verso il più grande amante,
nel sole.
( La forma causativa del verbo “aman” in ebraico significa “fare stabile, rendere sicuro, rendere fermo” da cui deriva il senso finale di “prestar fede, credere.)
franco bonvini ha detto:
Troppo complicata questa. E troppe immagini evoca che non riesco a trovare il filo. “cammini assorbendo la luce” potrebbe essere un viandante, un camminante, ma poi ha un astuccio di preghiere e allora potrebbe essere un “benandante” come ama dire Amina.
I chicchi alla morte non so. Mi viene in mente solo una leggenda dei pettazzurri, che però non volano per inchini, come gli aironi o i cigni o quelle che ama Amina, le egrette.
Ma forse il senso è non trovare il senso e lasciarsi andare alle visioni.
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