Dove tieni asciutte le tue cose,
intorno al tuo carteggio levigato,
parola per parola sfioro il bordo.
I vicoli del legno, le sue vene
sono piccole candele che prepari
per parlarmi e ogni sera, fra le pieghe
che hai sepolto meglio, c’è un sentiero,
di un’acqua che va accanto per istinto.
Lungo il fiume di portata non c’è punto
che non veda la tua vita, il suo riparo,
dove sbuca una piccola cappella,
tra lo spazio che viviamo e il nostro mondo-
sono braccia del tuo acero in preghiera,
con le ali del mio tiglio tese in cielo-
un minuscolo groviglio di radici;
è solo un nido che prepara le sue nozze,
nella luce delle mani capovolte.