Il confine è sempre la tua mano,
basta un’eco, il tempo di passare,
e un occhio solo già distingue il nido-
non le cime azzurre o le apicali-
è dove passa l’alburno con la sete,
che trema, nel minuscolo, qualcosa;
al concerto di tre angeli, io credo,
se vanno insieme a una giumella sola.
almerighi ha detto:
è bello rileggerti, e ri derubarti
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Amina Narimi ha detto:
Tornare, trovarti… è contentezza, leggere poi che mi porti nella tua casa è sentire gli occhi chiari. Grazie sempre Flavio
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almerighi ha detto:
è un piacere
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