Mi hai insegnato tu la fragilissima
scrittura sopra i tronchi in verticale,
per salire dalle voci impercettibili,
con le rune delle file primitive,
e a tacere, un anello dopo l’altro,
conservando delle cose le figure.
Trema ancora perché possa rivederti
all’ora delle nascite e rimani,
come fanno le stagioni e il bianco appare,
tra due ciotole di riso, per Natale.