Felicità di respirare
figlia della gioia del respiro
la volontà di parlare
fatica a nascondersi al fiato
e, presa dal soffio, l’aurora verbale
rilega il silenzio al biancore
dei campi di riso immaginari.
Ohh! per quanto tempo si videro ancora
nel fiore perfetto. Era un dito,
ciascun gambo, un dito delicato
per loro, una luce. Nell’etere
fu certo il mormorio di un invito
a rendere il sonno più dolce
profondo. E nel suo andare da pastora
a quel tempo si mostrava la chiarezza
di una polvere impalpabile sul viso –
non il dittamo o un pianto solitario,
covava le sue ali, camminando-
un mescolio di pace con gli affanni
cantò per la nidiata e la foresta;
fra gli olmi sempre sposi delle acacie
e gli oleandri,delle giovani cipresse,
sotto i ginestri invece riparava
le antiche sepolture dall’oblio,
con piccoli roseti per ognuna.
Cadeva la sera
e le svelava il nome di ogni fiore,
i nascondigli degli insetti, la storia delle millemila
piante differenti di zucchine.
Ed io.. io sparivo, nei solchi del suo grano,
fra le spighe mature del racconto,
per finire incantata nella bruma
del velo grigioperla della barba
che lasciava trapelare dal respiro
il soffio ancora tiepido di un bacio,
quando reca in sé, nel movimento,
il riposo più lungo del sorriso.
Disegno Sofia Rondelli