Se strofini le parole sulla pelle-
come un latte mescolato con la frusta-
basta un eco una reliquia per montare,
in luogo delle sillabe, di accenti,
paesaggi e desideri, con le mani
nominando come un bimbo quel che vedi,
ed ogni altra cosa intorno assente
si compone, sopra il fuoco della notte,
con l’offerta di altra acqua alla tua veglia –
rendendoti visibile chi ami:
un riflesso, sulla punta delle dita,
del suo biancomangiare benedetto.
Immagine da Fiabe, Rabbino Nachman di Breslov
Irene Rapelli ha detto:
Una poesia che profuma di luce e gocce di pioggia allo stesso tempo. Il finale è meraviglia nella meraviglia.
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almerighi ha detto:
mi ci immergo con gioia di vita
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