avviamoci a dormire,
ci salvi l’irreprensibilità dei sogni
muti e bianco e nero
senza parole, altrove è lo stesso:
qualsiasi romanzo è un artificio,
la civiltà non ci ha resi migliori,
ogni giorno mandato dal calendario
ci svela squallidi, famelici,
quando sarebbe necessario invece
migliorare lo stato di veglia,
sentire le radici,
la pianta svelare l’utilità
in ogni sepoltura, ma ci salvino
i nostri morti,
appollaiati sulle spalle
a sorridere di errori ripetuti:
la storia è questa, non insegna
a dividere equamente per ognuno
acque lucide, pescose
non si vuotino le culle,
rimangano uomini e donne
tutti gli uomini, tutte le donne
a splendere, cantino
ogni giorno, la pietra resistente
su cui poggiare il capo, dove
finalmente dormire
senza parole
22 domenica Lug 2018
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