Ti guardo piccola mentre cammini,
vicino alla casa delle formiche
bisognosa di un luogo tutto concreto
di un corpo abitato che sia visibile-
l’intera realtà è così delicata-
e tanto pesante l’immaginazione-
se la trattieni fra le tue mani
non esiste un confine quando succhi le dita
agli anelli ancestrali con dentro dei soli
col fiato benevolo che viene dagli alberi
chinando il capo di sera in sera.
Mia lucida madre tra i girasoli
ti seguo leggera e innamorata
dei fragili azzurri dei nuovi capelli.