Incomincia con le orecchie la sua storia,
scendendo in fondo al ventre di ogni padre
col neonato sul capezzolo, che preme
l’esile membrana del risveglio.
Il verso non formato è la carezza,
che dovrà percorrere la mano,
dal riflesso dello specchio fino al volto.
Mi sono amata tanto, per amare-
ho leccato il sale del suo sesso
mi sono vista fiume e alveo vuoto
e ancora acqua fra le vene dell’ulivo-
con il senso doloroso delle uccelle
quando covano nel ghiaccio i rami duri
al grido delle foglie di oleandro.
ma la risaia è immensa, oltre il cuore
c’è un bambino con il capo nella luce
che spunta dal cotone della gioia
che risale le rapide del fiume
cantando come fa il biancobaleno
a venir fuori ricurvo di bellezza.
Fotografia da Home , Yann Arthus-Bertrand
almerighi ha detto:
splendida perché incollocabile nei nostri punti di vista sempre più miopi
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Amina Narimi ha detto:
ti sono grata, Flavio, grazie con gli occhi felici
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