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Sei tu la corona alle ginocchia
un’ala, nell’ala, che chiude il nido.
Sei i bambini che mi scortano al mare
lo zefiro e le impronte dei cinque uccelli
sei la casa vuota e la sua lampada
l’inverno che cura la mia montagna
il villaggio vicino, con gli anelli di fumo
sei l’eremita e chi torna al mercato.
Sei la fatica di passare la ciotola
sotto la neve. Sei tutte le fiabe
dentro il coraggio di questa rayuela
sei l’abse la piena la primavera trascorsa
con chi non distingue la pioggia dal fiume
un pesce dall’acqua, se vola nel cielo.
Sei chi magenta il viso alla sposa
tu, sei il qi, dell’ultimo verso
il benedetto ringraziamento.
Immagine Marina Marcolin