Al grido di un’uccella m’inginocchio
in fondo al campo, dietro al mirto,
povera come non sono stata mai,
senza nome. Tu, dall’altra parte,
mi vieni incontro, uguale-
la nughedda fra le mani
e un dolore comune-
al movimento delle rose
sulla porta di casa:
una curva, la pianta, il suo fiore
nell’aria. Siamo raccolti
in questa stella
in un albero
che si spalanca al cielo,
a un’onda, che sorge,
prende la luce,
e riaffonda nel mare,
al silenzio.