Assimilo nel buio la tua luce,
piano piano padremio- ne ho fatto un cuore
come cibo, ripetendo: sarà un uomo
il primo a entrare in casa, l’anno nuovo,
o almeno la sua voce, insieme all’aria–
dove siamo rimasti senza braccia
ho tenuto fede alla promessa.
Se avessi tolto prima la cornice
ti sarebbe apparsa nel perimetro la tela
con il colore originale dello sfondo,
il rosso vivo di una cocciniglia,
nel ritratto di cenere e silenzi,
l’addome magro, sul volume di preghiere.
Sei stato, tra le lacrime serene,
una stradina per l’anticipo del vento,
nel lungo viaggio della voce dentro casa,
la prima, nella stanza dei tesori.