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Viene ancora tra gli alberi di sera
nella piega della bocca, rasoterra,
sussurrando che Dio ti benedica
– chi cerca e chi è cercato in te è scomparso
bevendo l’aria in pieno sole-. e appena
un fil di fumo discende dalla schiena-
nell’abbassarsi a un’altra lingua, a quasi nulla.

Nella terra molle e sottovoce,
con le nostre antiche dita in mezzo ai frutti,
il canto nella bocca si alza in piedi
nutrendo un desiderio e l’altro nome,
dove affondano invisibili radici
la rinascita perpetua della luce

traducendo dal dolore come un suono
un varco uno spiraglio per le mani
del nostro vecchio vento, ritornato,
nel mite dondolio da ramo a ramo.
rose