Un recitato di preghiera sul trenino
un calpestio di cervi claudicandi
che hanno imparato Zingiriàn
avviene al caldo
con la testa di un bambino nella luce
stretto come il vischio addosso al pino_
la quiete che fa,
s’adagia sul ventre
come sognando_
siamo una coppia, salendo gli dei,
tra i pezzetti di una mela luminosa
piena di grazia e simile a un vapore,
che il silenzio ha formato nella bocca,
che ora preme per tornare con il seme
sull’albero da cui si vede il mare.
Sul pianoro dei tre pini c’é un amante
tra gli occhi luminosi degli assenti
e la lentezza della neve che gli offro
Lo sanno le sue mani- dove sono,
dove sono nate le farfalle,
nello stesso posto io rinasco.
Ti racconterò di come entrammo
dalle vene luminose degli sposi,
per la dimora preferita, nella mandorla,
per condurre insieme i nostri anelli
a far l’amore con l’essenza del linguaggio
anteriore ad ogni lingua sulla terra
per tornare coi lumini sulle dita
e il grembo d’oro con l’estate a Capodanno.