Dicono che l’uomo solo
vuol sentirsi dire le cose,
apparenti e finite. sulla verità
non ha mai compimento
il nostro cammino,
per vedere sempre di più nella gioia.
-Così, nel cielo, rimane uno spazio,
e nascosto di vero,
infinitamente si allontana
dal passo che ad esso ci avvicina-
Mi hai lasciato una manciata di kippà,
come nelle mani a un ubriaco
che ha perduto le chiavi di casa,
perché non mi ostini a cercare
nei pochi centimetri d’asfalto
illuminati a pena da un lampione
Dove è troppo buio forse
non è un posto lontano
la brina che si posa
dove tendere le mani
verso il basso,
con l’assidua cura del muschio.
-Realtà minime e profondissime
ci portano là, dove si ferma la sapienza,
capaci di rivelare al cuore, ai sensi,
luoghi negletti della conoscenza.-
Se poni le mani tra i muschi, quiescenti,
senza alimenti e radici, se sfiori la speranza,
cogliendo la ricchezza, per ogni colonia,
la lentezza del dolore condiviso
spartisce il suo segreto fino a noi,
intravedendo il sacro, e come accade,
in poche ore di pioggia, tutto questo
con l’impronta modesta dell’acqua,
chinata verso il tempo delle origini,
nel proprio splendore capillare,
nel trasporto che avviene
c’è un colore brillante di gioia
che appare indistinta, se guardi,
nell’onda ininterrotta di smeraldo
così vicina, così piano, una mano,
se vibra insieme, all’altra si fa luce,
nel silenzio contratto della terra,
scambiando segni, di comunione.
Carlo Galli ha detto:
Stupenda. ..
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Amina Narimi ha detto:
grazie Carlo..sei gentile
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poetella ha detto:
che ristoro!
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Amina Narimi ha detto:
magica Poetè..ti abbraccio
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poetella ha detto:
bacio…
(magica tu!)
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Amina Narimi ha detto:
ri_e bacio : tu 🙂
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