con un’annotazione lirica sospesa
prima di partire torni,
dentro una preghiera,
dove non abitiamo più
a riempire le mani con il volto
della prima volta. Ricordo i miei capelli corti
e le parole in gola, il desiderio poi
allargando il mondo con le braccia
tanto così, come quella foto sul pianoro
dal quale osservare vita sentimenti e morte,
con Noi. Anche oggi avrei voluto
accucciarmi a terra e farti: qui,
con la mano, rimaniamo,
per tenerci fissi nello sguardo, al cuore
Con un fremito negli occhi e un giorno netto,
non sarà più la stessa sera a dirci via,
si va a letto.
È con le mani che facciamo nostre le preghiere
con le cose quotidiane che intrecciamo,
ricordando che siamo il sale della terra,
spremendo il latte al seno, e il miele dalle dita
di ogni padre, è così che cresciamo questo figlio_
amore
le preghiere sono un segno sulla croce
un goccio di saliva trattenuto per la sera
un’acquabuona quando vegli dal lavoro
sul respiro di tuo figlio
in contemplazione verso il sole
non danno pane caldo le preghiere,
non le gambe buone a camminare,
i muscoli, o il sangue nelle vene
in assenza della pelle in congiunzione
Così ho portato via tuo figlio, il NostroCuore-
morto quella volta, se non fosse
che quel fiore trasparente senza gli occhi
ha lasciato cadere delle gocce, poco a poco
nel fondo della gola
quando le tue mani non volevano toccare
-l’ho condotto in cima alla montagna,
dove pregano gli amanti
piantando delle ghiande,
si farà forte, avrà una fede, sai
Si sono fatte stanche le mie braccia
al chiuso, troppo stretti i suoi sorrisi
per la fame,
con le mani sporche pregherò la gioia
pregherò i tuoi occhifermi, a perdifiato,
trascinando sul labbro quella luce
dove avviene il gesto in fine sera
noi saremo nel piccolo mulino,
con le arterie insieme dentro i rami
dove mettere i piedi per bagnarsi,
a fare dell’amore per domani.